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05/10/2012 15:08 | |
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05/10/2012 18:43 | |
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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05/10/2012 20:08 | |
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05/10/2012 21:03 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!
«Come mai sei stato gettato a terra, signore di popoli?
Eppure tu pensavi nel tuo cuore: “Salirò in cielo,
sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono,
dimorerò sul monte dell’assemblea, nella
vera dimora divina. Salirò sulle
regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all’Altissimo”
E invece sei stato precipitato negli inferi,
nelle profondità dell’abisso!»
(Is 14, 12-15)
«Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città
e una torre, la cui cima tocchi il cielo"...
Ma il Signore disse: "... confondiamo la loro lingua, perché
non comprendano più l’uno la lingua dell’altro".
Il Signore li disperse di là su tutta la terra
ed essi cessarono di costruire la città»
(Gn 11, 4ss)
«In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete
come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli
(Mt 18, 3)
... umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce»
(Fil 2, 8)
[Modificato da Bestion. 05/10/2012 21:07] |
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05/10/2012 22:55 | |
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06/10/2012 01:07 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!
«Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta.
Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
Il Signore disse allora a Caino:
«Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto?
Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato
alla tua porta; verso di te è il suo istinto,
e tu lo dominerai»
(Gn 4, 4-7)
«Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato»
(Sal 32, 5)
«Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti»
(Is 53, 5)
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06/10/2012 09:58 | |
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06/10/2012 22:33 | |
Bestion., 01/10/2012 12.37:
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07/10/2012 00:02 | |
Bestion., 01/10/2012 12.37:
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07/10/2012 09:52 | |
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07/10/2012 11:48 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!
«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa»
(Mt 16, 18)
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro»
(Mt 18, 20)
«Il cristiano riscopre la sua vera identità in Cristo, «primogenito di ogni
creatura», nel quale sussistono tutte le cose (cfr Col 1,15ss).
Nell’identificarmi con Lui, nell’essere una cosa sola con Lui,
riscopro la mia identità personale, quella di vero figlio che
guarda a Dio come a un Padre pieno di amore.
Ma non dimentichiamo: Cristo lo scopriamo, lo conosciamo come Persona
vivente, nella Chiesa. Essa è il "suo Corpo"»
La Chiesa: Corpo di Cristo
Benedetto XVI
«nella scorsa catechesi ho iniziato a parlare di una delle fonti privilegiate della preghiera cristiana: la sacra liturgia, che - come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica - è «partecipazione alla preghiera di Cristo, rivolta al Padre nello Spirito Santo. Nella liturgia ogni preghiera cristiana trova la sua sorgente e il suo termine» (n. 1073). Oggi vorrei che ci chiedessimo: nella mia vita, riservo uno spazio sufficiente alla preghiera e, soprattutto, che posto ha nel mio rapporto con Dio la preghiera liturgica, specie la Santa Messa, come partecipazione alla preghiera comune del Corpo di Cristo che è la Chiesa?
Nel rispondere a questa domanda dobbiamo ricordare anzitutto che la preghiera è la relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo (cfr ibid., 2565). Quindi la vita di preghiera consiste nell’essere abitualmente alla presenza di Dio e averne coscienza, nel vivere in relazione con Dio come si vivono i rapporti abituali della nostra vita, quelli con i familiari più cari, con i veri amici; anzi quella con il Signore è la relazione che dona luce a tutte le altre nostre relazioni. Questa comunione di vita con Dio, Uno e Trino, è possibile perché per mezzo del Battesimo siamo stati inseriti in Cristo, abbiamo iniziato ad essere una sola cosa con Lui (cfr Rm 6,5).
In effetti, solo in Cristo possiamo dialogare con Dio Padre come figli, altrimenti non è possibile, ma in comunione col Figlio possiamo anche dire noi come ha detto Lui: «Abbà». In comunione con Cristo possiamo conoscere Dio come Padre vero (cfr Mt 11,27). Per questo la preghiera cristiana consiste nel guardare costantemente e in maniera sempre nuova a Cristo, parlare con Lui, stare in silenzio con Lui, ascoltarlo, agire e soffrire con Lui. Il cristiano riscopre la sua vera identità in Cristo, «primogenito di ogni creatura», nel quale sussistono tutte le cose (cfr Col 1,15ss). Nell’identificarmi con Lui, nell’essere una cosa sola con Lui, riscopro la mia identità personale, quella di vero figlio che guarda a Dio come a un Padre pieno di amore.
Ma non dimentichiamo: Cristo lo scopriamo, lo conosciamo come Persona vivente, nella Chiesa. Essa è il «suo Corpo». Tale corporeità può essere compresa a partire dalle parole bibliche sull’uomo e sulla donna: i due saranno una carne sola (cfr Gn 2,24; Ef 5,30ss.; 1 Cor 6,16s). Il legame inscindibile tra Cristo e la Chiesa, attraverso la forza unificante dell’amore, non annulla il «tu» e l’«io», bensì li innalza alla loro unità più profonda. Trovare la propria identità in Cristo significa giungere a una comunione con Lui, che non mi annulla, ma mi eleva alla dignità più alta, quella di figlio di Dio in Cristo: «la storia d’amore tra Dio e l’uomo consiste appunto nel fatto che questa comunione di volontà cresce in comunione di pensiero e di sentimento e, così, il nostro volere e la volontà di Dio coincidono sempre di più» (Enc. Deus caritas est, 17). Pregare significa elevarsi all’altezza di Dio, mediante una necessaria graduale trasformazione del nostro essere.
Così, partecipando alla liturgia, facciamo nostra la lingua della madre Chiesa, apprendiamo a parlare in essa e per essa. Naturalmente, come ho già detto, questo avviene in modo graduale, poco a poco. Devo immergermi progressivamente nelle parole della Chiesa, con la mia preghiera, con la mia vita, con la mia sofferenza, con la mia gioia, con il mio pensiero. E’ un cammino che ci trasforma.
Penso allora che queste riflessioni ci permettano di rispondere alla domanda che ci siamo fatti all’inizio: come imparo a pregare, come cresco nella mia preghiera? Guardando al modello che ci ha insegnato Gesù, il Padre nostro, noi vediamo che la prima parola è «Padre» e la seconda è «nostro». La risposta, quindi, è chiara: apprendo a pregare, alimento la mia preghiera, rivolgendomi a Dio come Padre e pregando-con-altri, pregando con la Chiesa, accettando il dono delle sue parole, che mi diventano poco a poco familiari e ricche di senso. Il dialogo che Dio stabilisce con ciascuno di noi, e noi con Lui, nella preghiera include sempre un «con»; non si può pregare Dio in modo individualista. Nella preghiera liturgica, soprattutto l’Eucaristia, e - formati dalla liturgia - in ogni preghiera, non parliamo solo come singole persone, bensì entriamo nel «noi» della Chiesa che prega. E dobbiamo trasformare il nostro «io» entrando in questo «noi».
Vorrei richiamare un altro aspetto importante. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo: «Nella liturgia della Nuova Alleanza, ogni azione liturgica, specialmente la celebrazione dell’Eucaristia e dei sacramenti, è un incontro tra Cristo e la Chiesa» (n. 1097); quindi è il «Cristo totale», tutta la Comunità, il Corpo di Cristo unito al suo Capo che celebra. La liturgia allora non è una specie di «auto-manifestazione» di una comunità, ma è invece l’uscire dal semplice «essere-se-stessi», essere chiusi in se stessi, e l’accedere al grande banchetto, l’entrare nella grande comunità vivente, nella quale Dio stesso ci nutre. La liturgia implica universalità e questo carattere universale deve entrare sempre di nuovo nella consapevolezza di tutti. La liturgia cristiana è il culto del tempio universale che è Cristo Risorto, le cui braccia sono distese sulla croce per attirare tutti nell’abbraccio dell’amore eterno di Dio. E’ il culto del cielo aperto. Non è mai solamente l’evento di una comunità singola, con una sua collocazione nel tempo e nello spazio. E’ importante che ogni cristiano si senta e sia realmente inserito in questo «noi» universale, che fornisce il fondamento e il rifugio all’«io», nel Corpo di Cristo che è la Chiesa.
In questo dobbiamo tenere presente e accettare la logica dell’incarnazione di Dio: Egli si è fatto vicino, presente, entrando nella storia e nella natura umana, facendosi uno di noi. E questa presenza continua nella Chiesa, suo Corpo. La liturgia allora non è il ricordo di eventi passati, ma è la presenza viva del Mistero Pasquale di Cristo che trascende e unisce i tempi e gli spazi. Se nella celebrazione non emerge la centralità di Cristo non avremo liturgia cristiana, totalmente dipendente dal Signore e sostenuta dalla sua presenza creatrice. Dio agisce per mezzo di Cristo e noi non possiamo agire che per mezzo suo e in Lui. Ogni giorno deve crescere in noi la convinzione che la liturgia non è un nostro, un mio «fare», ma è azione di Dio in noi e con noi.
Quindi, non è il singolo - sacerdote o fedele - o il gruppo che celebra la liturgia, ma essa è primariamente azione di Dio attraverso la Chiesa, che ha la sua storia, la sua ricca tradizione e la sua creatività. Questa universalità ed apertura fondamentale, che è propria di tutta la liturgia, è una delle ragioni per cui essa non può essere ideata o modificata dalla singola comunità o dagli esperti, ma deve essere fedele alle forme della Chiesa universale.
Anche nella liturgia della più piccola comunità è sempre presente la Chiesa intera. Per questo non esistono «stranieri» nella comunità liturgica. In ogni celebrazione liturgica partecipa assieme tutta la Chiesa, cielo e terra, Dio e gli uomini. La liturgia cristiana, anche se si celebra in un luogo e uno spazio concreto ed esprime il «sì» di una determinata comunità, è per sua natura cattolica, proviene dal tutto e conduce al tutto, in unità con il Papa, con i Vescovi, con i credenti di tutte le epoche e di tutti i luoghi. Quanto più una celebrazione è animata da questa coscienza, tanto più fruttuosamente in essa si realizza il senso autentico della liturgia.
Cari amici, la Chiesa si rende visibile in molti modi: nell’azione caritativa, nei progetti di missione, nell’apostolato personale che ogni cristiano deve realizzare nel proprio ambiente. Però il luogo in cui la si sperimenta pienamente come Chiesa è nella liturgia: essa è l’atto nel quale crediamo che Dio entra nella nostra realtà e noi lo possiamo incontrare, lo possiamo toccare. È l’atto nel quale entriamo in contatto con Dio: Egli viene a noi, e noi siamo illuminati da Lui. Per questo, quando nelle riflessioni sulla liturgia noi centriamo la nostra attenzione soltanto su come renderla attraente, interessante bella, rischiamo di dimenticare l’essenziale: la liturgia si celebra per Dio e non per noi stessi; è opera sua; è Lui il soggetto; e noi dobbiamo aprirci a Lui e lasciarci guidare da Lui e dal suo Corpo che è la Chiesa.
Chiediamo al Signore di imparare ogni giorno a vivere la sacra liturgia, specialmente la Celebrazione eucaristica, pregando nel «noi» della Chiesa, che dirige il suo sguardo non a se stessa, ma a Dio, e sentendoci parte della Chiesa vivente di tutti i luoghi e di tutti i tempi.
Fonte -
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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07/10/2012 14:39 | |
Bestion., 07/10/2012 11.48:
La Chiesa: Corpo di Cristo
Benedetto XVI
e essere materialisti chiedendo "e quanti corpi ha???????????????????????????????????????????" non bisogna avere paura di un Popolo che non ha Potere ma di chi detiene il Potere di Quel Popolo
anche perché la MORTE non accetta una lira |
| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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07/10/2012 18:02 | |
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07/10/2012 21:32 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!
«Che cosa è più facile: dire al paralitico
“Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire
“Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?»
(Mc 2, 9)
«... ha spogliato se stesso fino alla morte ed
è stato annoverato fra gli empi, mentre
egli portava il peccato di molti e
intercedeva per i colpevoli»
(Is 53, 12b)
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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07/10/2012 22:36 | |
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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08/10/2012 11:41 | |
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08/10/2012 15:08 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!
«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai
sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai
sulla terra sarà sciolto nei cieli»
(Mt 16, 18)
«Vegliate e pregate,
per non cadere in tentazione»
(Mt 26, 41)
«Nella scia dei miei Predecessori, in particolare del Beato Giovanni Paolo II
che dieci anni fa ci diede la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae,
invito a pregare il Rosario personalmente, in famiglia e in comunità,
ponendoci alla scuola di Maria, che ci conduce a Cristo, centro
vivo della nostra fede»
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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08/10/2012 16:45 | |
Bestion., 08/10/2012 15.08:
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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08/10/2012 17:06 | |
Bestion., 08/10/2012 15.08:
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08/10/2012 18:09 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!
«Gesù ... disse al paralitico: "Figlio, ti sono perdonati i peccati".
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro:
"Perché costui parla così? Bestemmia!
Chi può perdonare i peccati,
se non Dio solo?"»
(Mc 2, 6-7)
«... e gli dicevano:
"Fino a quando ci terrai nell’incertezza?
Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente".
Gesù rispose loro: "Ve l’ho detto, e non credete; le opere
che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza
di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore".»
(Gv 10, 24-26)
«Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: "Udrete, sì, ma non
comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di
questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di
orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano
con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e
non comprendano con il cuore e non si
convertano e io li guarisca!"»
(Mt 12, 12-15)
«E quelli che passavano di là
lo insultavano scuotendo il capo dicendo:
"Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre
giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla
croce!". Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo
schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il
re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in
Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!"»
(Mt 27, 39-43)
«Tu non scendesti dalla croce, quando per schernirti e per provocarti ti gridavano:
"Scendi dalla croce, e crederemo che sei proprio Tu!". Non scendesti perché,
anche questa volta, non volesti rendere schiavo l'uomo con un miracolo,
perché avevi sete di una fede nata dalla libertà e non dal miracolo.
Avevi sete di amore libero, e non dei servili entusiasmi dello
schiavo davanti al padrone potente che lo ha
terrorizzato una volta per sempre»
(da "I fratelli Karamazov" - Fëdor Dostoevskij)
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08/10/2012 22:18 | |
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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08/10/2012 22:55 | |
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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09/10/2012 14:24 | |
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09/10/2012 20:12 | |
... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti! paul_65, 09/10/2012 14.24:
Mmm … a mio avviso, “don raffaè” non s’adattava al contesto del post in questione, per cui ho preferito scegliere “la cattiva strada” … comunque a me piace il de andrè giovanile con la sua stupenda musica e poesia … e sempre a mio parere, invecchiando, de andrè era diventato un artista molto cupo, sempre meno sereno … di là delle sue canzoni di protesta, esprimeva più la tristezza piuttosto che l’allegria, un’angoscia insistente, un’infelicità corrosiva, forse, la sua disperazione ...
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| | OFFLINE | | Post: 5.080 | Registrato il: 10/05/2009 | Sesso: Maschile | |
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09/10/2012 21:21 | |
Bestion., 09/10/2012 20.12:
Mmm … a mio avviso, “don raffaè” non s’adattava al contesto del post in questione, per cui ho preferito scegliere “la cattiva strada” … comunque a me piace il de andrè giovanile con la sua stupenda musica e poesia … e sempre a mio parere, invecchiando, de andrè era diventato un artista molto cupo, sempre meno sereno … di là delle sue canzoni di protesta, esprimeva più la tristezza piuttosto che l’allegria, un’angoscia insistente, un’infelicità corrosiva, forse, la sua disperazione ...
forse al post poco niente ma molto "topic" non si sa' mai le esperienze che uno ha che effetto possono avere sul proprio essere fatto sta che di de andre come altri cantautori rimangono chicche non indifferenti non bisogna avere paura di un Popolo che non ha Potere ma di chi detiene il Potere di Quel Popolo
anche perché la MORTE non accetta una lira |
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