Ho molto rispetto della tua opinione
Ma resto della mia. Quelle immagini non hanno offeso
le persone che erano comodamente a casa a cenare,
ha offeso tutti i bambini che nel mondo sono stati e
continuano a essere vittime di questo, che è il più
schifoso e violento reato che si possa immaginare.
Per questo è stato un errore (volontario) mandarle in onda,
ed era giusto che tutte le persone che hanno partecipato
a quella decisione, pur eseguendo degli ordini, ne pagassero
le conseguenze.
Non per vendetta, ma per stabilire un principio, una
specie di codice morale, di autodisciplina che valesse
per tutti i tg.
Anche noi, nel nostro piccolo, ci siamo trovati in una
situazione in qualche modo analoga. Un medico di
Emergency ci ha portato un video registrato in un
ospedale palestinese, dove arrivavano a decine i feriti
(molti erano bambini) in uno dei raid israeliani.
Erano immagini estremamente crude, ma reali, con orribili
ferite aperte e sanguinanti. Se le avessimo mandate
in onda, avremmo fatto un scoop colossale. Ma il direttore,
dopo una sofferta riunione di redazione, ha deciso che
non avevamo il diritto di mettere in piazza la sofferenza
di quelle persone. Quindi abbiamo tagliato tutte le scene
cruente, sono rimaste praticamente solo le ambulanze
che andavano e venivano. Così abbiamo perso l'opportunità
di fare un colpo giornalistico clamoroso, che sarebbe
stato certamente ripreso da molte tv nazionali.
Ma abbiamo mantenuto qualcosa di molto più importante,
la nostra dignità professionale e il rispetto per la persona umana, qualunque sia la sua nazionalità, la sua religione, il
suo credo politico.
Sono convinto che anche Lerner e i suoi avrebbero dovuto
fare una scelta analoga. Non l'hanno fatto e quindi
hanno fatto bene ad assumersene tutta la responsabilità.
Sul fatto del probabile appello, non è detto che sia
per forza una persecuzione. Il 90% delle sentenze
viene impugnato, è normale. Se fosse il contrario, vorrebbe
dire che sui magistrati ha ragione Berlusconi, e
non sarebbe proprio il caso. No, l'appello è una scelta
quasi di routine nella procedura penale italiana,
non c'è un intento persecutorio nei confronti di quei
giornalisti.