La guerra raccontata da....
Gabriella Simoni a volte non è piacevole. Ma certamente qualcuno lo deve pur fare, e se a parlarne è Lei, beh.... vi garantisco che è meno doloroso. Questa non vuole essere una scusa, sopratutto in un giorno come oggi, che occorre solo fermarsi un istante e riflettere, dove di tutto si può parlare, ma non di guerra, stragi. Il suo modo di fare è così... così... unico, gentile e delicato che, oltre a trasmettere un certo stato d'animo, e una sorta di gentilezza mista a delicatezza. Il modo di esporre i fatti è un qualcosa di unico e eccezionale, che rende i suoi racconti, le sue storie, i suoi servizi molto "garbati" e ricchi di quel rispetto, che delle volte alcuni giornalisti si dimenticano, mettendo in disaccordo molte persone. Credo che essere inviati di guerra non è semplice, si va incontro a giudizi poco gradevoli, occorre essere delicati e commentare i servizi con una certa attenzione. Io credo che lei abbia tutte queste caratteristiche, spero sempre che non ci siano queste situazioni così estreme, ma... purtroppo... non è così, e allora... occorre che vi siano le persone adatte a commentare questi fatti.
Ciao Gabriella, il tuo lavoro nonostante sia "particolare" e delle volte spiacevole, è molto gratificante sia per te, che per chi ti ascolta, lo svolgi in maniera impeccabile, lasciando poco spazio alle critiche, che poi son fatte o create così per tanto per buttare fango sul vostro operato.