GIORGINO FA IL PIERINO -da L'Espresso-
Il mezzobusto del Tgl fa pubblicità in diretta per il film trash in cui fa l’attore. Con grande imbarazzo dei vertici Rai
di Marco Damilano
La sigla del Tgl è quella, lo studio indubbiamente anche. E il conduttore, soprattutto,è lui. Francesco Giorgino, bello e rassicurante, idolo delle massaie che a detta di Silvio Berlusconi non leggono i giornali e prediligono il piccolo schermo. Giorgino, occhi azzurri spalancati, si collega con l’evento della serata, il concerto rap del cantante più trasgressivo del momento: «A te la linea, Vomito». E lui, Vomito, biondo platinato e pantaloni attillati, ricambia in diretta il saluto, a modo suo. A colpi di rutti e peti. Invitando i suoi fan scatenati ("i miei ruttini") a ritmare in coro il suo ultimo pezzo: «Giamaica». Acronimo che sta per « già-mi-hai-cacato-il-c... ». Sublime. Per fortuna, è solo un film: la scena iniziale di “Natale in India”, con Christian De Sica e Massimo Boldi.
Il resto, però, è tutto vero: vero lo studio del Tgl, vera la sigla, vero Giorgino che per dare il via alla sua carriera di attore ha scelto di fare la spalla a Vomito. Un esordio non esattamente autoriale che ha scatenato un putiferio in Rai. Vedere il volto del giornale più autorevole e seguito, il successore di Massimo Valentini e Paolo Frajese, sorridente tra flatulenze e porcate varie ha messo in imbarazzo il direttore Clemente Mimun e i piani alti di viale Mazzini.
L’unico a non essere imbarazzato è Giorgino. Neppure un po’: anzi, domenica 21 dicembre durante l’edizione delle
13,30 ha caldamente consigliato a grandi e piccini di andare a vedere il suo film, con il duo De Sica-Boldi che maramaldeggiava in collegamento. In altre parole, Giorgino ha elegantemente pensato di usare il primo tg di Stato per promuovere il film e quindi, indirettamente, se stesso. Cronista, conduttore
del Dopofestival di Il conduttore Francesco Giorgino nello studio del Tgl Sanremo, docente universitario, icona sexy del sito
www.gay.it, ora anche attore, Giorgino rappresenta forse l’ultimo stadio evolutivo della professione giornalistica. È l’anchorman che invece di diffondere notizie vende se stessò. L’uomo che si fece Marchio. Fresco di successi sanremesi accettò anche di fare da testimonial per una nota azienda di abbigliamento maschile: nulla di male, solo che anche in quel caso sfoggiava gessati e cravattone sponsorizzate leggendo notizie per il Tgl. Non per niente, racconta, il suo maestro è Bruno Vespa: «Mi ha anche fatto fare due corsi di dizione». Come il maestro, anche il discepolo dietro l’apparenza gentile nasconde gli artigli. Ne sa qualcosa il direttore del Tg5 Enrico Mentana, reo di averlo offeso, che si èbeccato una telefonata di insulti a “Quelli che il calcio”. E ora minaccia epici duelli con un altro mezzobusto, Attilio Romita. Prelevato dal Tg2, per ora conduce il Tgl all’ora di pranzo, ma è facile prevedere la rotta dì collisione: entrambi pugliesi, entrambi nel cuore di Berlusconi.
Perfezionista e maniacale, Giorgino. Dicono che dopo ogni apparizione trascorra ore a rivedersi in cassetta. Forse a audio spento, però, dato che lo studio non gli evita gli strafalcioni: per esempio, quella volta che chiamò «Gàrin” il filosofo Eugenio Garin. Per le sue esigenze, si è fatto allestire una semistanzetta tutta per lui nella redazione cronaca del Tgl.
Un set fotografico già pronto per l’uso. Sulla parete, articoli e foto che lo riguardano. E si fa assistere da un addetto all’immagine che tiene i contatti e l’agenda degli appuntamenti, da vero divo. Giornate piene. Interviste, premi da ritirare e premi da assegnare, più la cura del collegio d’elezione: le uscite in terra di Puglia, la sua regione. Con Lino Banfi al Palasport di Andria.
Per lo spettacolo “Notte mediterranea” a Bisceglie. Per il premio Rodolfo Valentino a Castellaneta. Per la politica, d’altra parte, Giorgino nutre un’attrazione fatale. Figlio di un avvocato, notabile di Forza Italia, dirottato a Roma dopo la laurea in giurisprudenza al «Tempo”, dc area Forlani, portaborse nel primo governo Berlusconi come addetto stampa del ministro Giorgio Bernini, assunto al Tgl da Marcello Sorgì e subito promosso da Giulio Borrelli. Un’ascesa fulminea con lo zampino del Cavaliere. Fu Berlusconi, infatti, a suggerirlo a Borrelli prima di infilarsi in una puntata di
«Porta a porta”: «Direttore, ma questo I ragazzo vogliamo farlo lavorare?».
Anche per la fiction, però, Giorgino ha un debole: nel ‘97 taroccò un servizio sugli sbarchi degli albanesi in Puglia e finì ripreso da «Striscia la notizia”. E qualche anno fa un sondaggio rivelò che per i giovani sarebbe il Kevin Costner italiano, perfetto per i film d’azione. Giorgino, per ora, non ci pensa. Ma chissà. Chi lo conosce fa soltanto immaginare con quanta attenzione avrà provato e riprovato quelle poche ma ispirate battute: «A te la linea, Vomito».
Allievo di Bruno Vespa. Raccomandato dal Cavallere: a Saxa Rubra è un Intoccabile.