Voglio inaugurare una discussione su questa giornalista diventata famosa in questi ultimi giorni per il caso Englaro con una bella intervista di Pino Finocchiaro su Articolo 21.
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Eluana, la verità andava raccontata
di Pino Finocchiaro
Talvolta il cronista vorrebbe sparire dietro la penna o il microfono. Cancellare la propria presenza per dar corpo solo ai fatti, alla verità dei fatti. Talvolta dai fatti capita di essere travolti come dall'onda anomala di uno tsunami. Ed è lì che il cronista diventa testimone. S'immerge nello stesso dolore delle vittime. Le notizie non sono altro che lacrime ed il cronista scava nel profondo dell'animo per dar parole alle lacrime. Marinella Chirico, cronista della Tgr Rai Friuli Venezia Giulia, era entrata in punta di piedi nella vita della famiglia Englaro. Aveva attraversato senza far rumore la tragedia che ne aveva segnato gli ultimi 17 anni. Aveva conquistato la fiducia di papà Beppino con la sobrietà del giornalista che sfugge il clamore e coglie il senso della vita nel silenzio dell'attesa. Così negli ultimi giorni, le ultime ore, di vita di Eluana era stata chiamata a testimoniare quel che resta di una vita spezzata in modo irreversibile ormai da
17 anni. Uscita da quella stanza, Marinella aveva spiegato quel che aveva visto. Un caso di vita apparente. Pronto a spezzarsi al minimo sussulto, come poi avvenne da lì a poco.
Marinella Chirico, giornalista e testimone, si ritrovò presto sul banco degli imputati di questo clamoroso caso di accanimento politico-mediatico sul corpo spezzato di Eluana Englaro. Un capitolo, quello delle denunce che ora Marinella vorrebbe dimenticare. Il resto no. Perché talvolta il cronista è chiamato alla testimonianza, alla memoria della verità. Perché quand'è sera e i cialtroni finalmente tacciono, la verità è l'ultima cosa che ti resta.
"Non ci aspettavamo che la mia testimonianza, la notizia che vi fossero delle foto, spaventassero a tal punto - confessa Marinella Chirico - . Alla fine mi sono accorta che la maggior parte delle persone non sapeva... non collegava questo dolore vero a tutto quel che accadeva. C'era una sovrastruttura di polemiche di accanimento, di contrapposizioni politiche che metteva in secondo piano la tragedia.
Marinella ha una pausa, poi prosegue "Quella tragedia andava raccontata. Il racconto ha spiazzato molti. Probabilmente. Anche se era facile arrivare a capire come stesse una donna in quelle condizioni da 17 anni. L'incidente aveva schiacciato la seconda vertebra. Uno stato vegetativo permanente. Pensavo che questa cosa fosse entrata nella memoria collettiva, nell'idea della gente. In realtà, no. Dire: Eluana non è più così come nelle foto, ha spiazzato. I politici sono stati invitati a vedere. E' entrato solo il senatore Saro di Forza Italia.
"Sì, è vero ci sono stati molti attacchi. Ma la gente del posto. I Friulani sono stati molto vicini a Beppino".
- Persino la chiesa locale ha assunto una posizione più morbida.
"Assolutamente. A livello di gente: solidarietà e vicinanza umana. Al di là di tutto, vicinanza umana, qualsiasi siano le posizioni ideologiche e politiche. Nella terra di Beppino è stato incredibile. La solidarietà politica trasversale. Il parroco di Paluzza è stato vicinissimo. 'La Chiesa è vicina al vostro dolore'. Lo ha detto in chiesa. Beppino non voleva il funerale cattolico perché ormai si è allontanato da tutto. Lo zio, Armando Englaro, vicinissimo a Eluana ha voluto questa messa e il parroco di Paluzza ha fatto una predica bellissima è ha detto la Chiesa è vicina al vostro dolore, lo è sempre stata.
Una posizione diversa da quella ufficiale, da quella gridata.
"La posizione gridata, quella non gridata, uno scollamento evidente. L'ho toccata con mano durante la mia testimonianza. Per Beppino, le foto alla figlia, hanno rappresentato una lacerazione fortissima. Un dolore fortissimo. L'ultima violenza che mi hanno chiesto di fare a mia figlia. L'iter del protocollo è stato utilizzato come ultimo baluardo in vista dell'approvazione del decreto legge. L'iter doveva durare più giorni, poi c'è stato questo cedimento. Eluana è morta il giorno dopo che siamo andati a trovarla.
"Questa testimonianza è esplosa. Come se nessuno si aspettasse che Eluana fosse così. Non so cosa abbia colpito di più. Forse l'emozione. Il collegare finalmente questa tragedia alla tragedia descritta. Perché tutti parlavano di tutto, tranne di questa donna in questo letto".
- Abbiamo visto un attacco di tipo ideologico nei confronti della famiglia Englaro. Il pane, l'acqua, la frase infelice sulla possibilità che rimanesse incinta... come è stato vissuto dalla famiglia Englaro?
"E' stato vissuto con sconcerto e distacco, quasi per autodifesa. C'era la gente fuori con i panini, che diceva, Eluana ti salveremo. Beppino era lì e le
parlava: 'Possono dire tutto, io ti sto liberando. Adesso potrai tornare libera'. Il più offeso era lo zio Arnaldo. E' stato molto in prima linea in quest'ultima parte della vicenda di Eluana. Sono cinque fratelli, Beppino e Arnaldo sono molto legati.
"Beppino è molto legato anche con chi lo ha criticato ma gli è stato vicino.
Ad esempio il parroco di Paluzza, si sono incontrati. Beppino era pronto ad accogliere chiunque si fosse avvicinato a questa tragedia con rispetto. Molti hanno mancato di rispetto per questa tragedia: è quello che lo ha fatto soffrire di più".
- Come hai vissuto questa violenza della denuncia nei tuoi confronti? In fondo, eri solo un testimone.
"Non ho paura. Il procuratore ha giudicato insussistenti le accuse. Anche perché la decisione di Beppino Englaro di non far entrare fotografi e giornalisti era sua e lui stesso poteva decidere diversamente. Era una scrittura privata. Non aveva alcun obbligo. E' stato l'ennesimo affronto a quest'uomo. Quando è arrivato l'avviso di garanzia mi ha chiamato per scusarsi.
Lui, me? Mah, gli ho detto non mi interessa. Interessa che vi sia stata l'
ennesima provocazione, mancanza di rispetto, volontà di colpirti. Quello che mi ha colpito e che nessuno ha mai spiegato è il perché di questo avviso di garanzia.
- Ecco, c' è una violenza, una violazione palese non solo del tuo diritto di cronista ma del diritto dei lettori ad essere informati. Compiutamente.
"Sì, il mio era un atto di cortesia. Beppino ha chiesto solo la cortesia di non far mai venire fuori le foto. Avrebbe potuto farlo come fece il marito di Terry Schiavo per far capire al mondo quali erano le condizioni reali. Beppino mi ha detto: 'Tutta quella che è la verità, tu la devi dire'. Ed era una storia che andava raccontata".
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