00 20/10/2010 17:44
... c'è ancora bisogno di santi e di preti?


fabius039, 19/10/2010 21.41:


Categorie di teisti

Ci sono due categorie di teisti:

- quelli che sfruttano il richiamo di un dio per arrogarsi una posizione privilegiata sugli altri esseri umani, quelli che dicono "io e solo io posso parlare con la divinità, e quindi sono superiore a tutti voi, sono un semidio infallibile e mi dovete rispetto e riverenza". Ovviamente questa categoria è degna del massimo disprezzo.

- quelli che hanno bisogno di credere in qualcosa, perchè altrimenti si sentono deboli. Come una pianticella di pomodoro può crescere solo appoggiandosi ad un tutore, queste persone cercano un sostegno esterno, a volte in questa o quella religione, a volte cadendo vittime di inganni anche più atroci. A questi va tutta la mia comprensione, solidarietà e simpatia, e cercherò di tenere protette queste fragili pianticelle da tutti i venti, anche quello vorticoso della verità.

Naturalmente chi è saldo nella sua natura, come ulivo centenario, può sostenere qualsiasi tempesta senza appoggio di alcuno, e senza opprimere nessuno.


Mmm … tuttavia, queste due categorie di teisti, o più precisamente, di a-teisti hanno in comune la stessa peccaminosa superbia: non di sentirsi talvolta “deboli”, ma di non voler mai riconoscersi per quello che sono realmente, cioè disgraziati, indigenti, poveri. In altre parole, uomini, creature bisognose di tutto ciò che viene in sovrabbondanza dal loro Creatore …
Pertanto in questi nemici di Dio, del suo Cristo e della sua Chiesa – anziché prima che ostili ai preti e ai santi - si avvera la Parola di Dio annunciata dalla Vergine Maria nel suo Magnificat: ”… ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore” (Lc 1, 51b).

Ma in certuni palesi atei c’e anche di peggio e di assai più disonesto!
Giustappunto, giacché la caratteristica degli empi su citati, come ricorda la Sapienza, è di sragionare (Sap 2, 1a), essi si convincono più degli altri di bastare a se stessi e quindi di auto-salvarsi. Pertanto, da una parte disprezzano i loro simili, e dall’altra e secondo i propri estri, presumono addirittura di poterli aiutare con le proprie effimere quanto false certezze. Tali superbi frodatori della Verità e figli del Buffone (Gen 3, 1a) poiché più di altri si ostinano a non volerne sapere di essere degli infelici, dei miserabili, dei poveri ciechi e nudi, pontificano allora, dall’alto della loro stoltezza, di se medesimi:
"Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla" (Ap 3, 17).
Costoro, in sostanza, da iniqui e di consuetudine in fedeltà al loro religiosissimo Ateismo, hanno fatto della propria immanente ma capricciosa e pervertita “ragione” il loro unico dio.

A onore dunque della verità, va invece puntualizzato che l’uomo, sebbene decaduto per propria insipiente colpa e quantunque ancora saldo nella sua natura creata, per l’appunto, a ”immagine e somiglianza” del proprio Creatore (Gen 1, 26), è anche saldissimo nella propria intrinseca fede – come quella dei Santi e dei Sacerdoti consapevoli, per infusa Grazia divina, della loro naturale nullità. Ciò ben sapendo che soltanto dal Signore, l’uomo tutto riceve, e quindi allora tutto può fare. Anzitutto di amare e di servire; tutto è capace di accogliere gratuitamente da Dio e così anch’egli, da vero uomo figlio di Dio, tutto può dare ai propri simili; tutto è capace di ritornare in umiltà al suo Creatore e al suo prossimo … ciò sempre per la maggiore gloria e magnificenza incommensurabile dell’Altissimo.



















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