Luigi Gubitosi

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00martedì 1 luglio 2014 14:56
direttore generale della RAI dal 17 luglio 2012.
Con Mario Orfeo, direttore del TG1, durante la presentazione del nuovo TG1 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 14:56
Con Mario Orfeo, direttore del TG1, durante la presentazione del nuovo TG1 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 14:57
Con Mario Orfeo, direttore del TG1, durante la presentazione del nuovo TG1 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 14:58
Con Mario Orfeo, direttore del TG1, durante la presentazione del nuovo TG1 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 14:58
Con Mario Orfeo, direttore del TG1, durante la presentazione del nuovo TG1 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 15:00
Con Mario Orfeo e Nicola Piovani, compositore della musica di sottofondo ai titoli del TG1, durante la presentazione del nuovo TG1 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 15:01
Luigi Gubitosi e Mario Orfeo con la squadra dei giornalisti del TG1
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00martedì 1 luglio 2014 15:03
Con Bianca Berlinguer durante la presentazione del nuovo studio del TG3 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 15:03
Con Bianca Berlinguer durante la presentazione del nuovo studio del TG3 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 15:04
Con Bianca Berlinguer durante la presentazione del nuovo studio del TG3 Digitale
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00martedì 1 luglio 2014 15:05
Nel nuovo studio del TG3
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00giovedì 3 luglio 2014 18:36
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00giovedì 3 luglio 2014 18:37
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00mercoledì 9 luglio 2014 16:48
Gubitosi vara il piano tg Rai Telegiornali, no agli accorpamenti ma meno edizioni. Il dg ha in mente un’agenzia interna come server. Bisio lascia Zel
Di Marco Castoro

Accorpamenti di tiggì. Giornalisti che si spostano da una redazione a un’altra. Dossier segreti che circolano su alcuni direttori definiti “potenti”. A Saxa Rubra c’è di tutto e di più. Voci che si alimentano. Terrorismo allo stato puro. Chi si preoccupa, chi prevede scenari da the day after dell’informazione Rai. Ma la notizia più attendibile, tra tutte quelle che circolano ai piani alti di Viale Mazzini, riguarda il diggì. Secondo qualche bene informato Luigi Gubitosi starebbe alle prese con la stesura di una nuova riorganizzazione dell’informazione Rai. Il piano verrebbe ultimato a fine luglio e presentato a settembre al consiglio di amministrazione. Non ci sarebbero accorpamenti di tiggì (le ultime voci hanno riguardato il Tg2 e il Tg3, con una delle due testate da accorpare a Rainews). Al vaglio semmai ci sarebbe la nascita di una agenzia di servizi che rifornisca i telegiornali di pezzi e filmati. Con il nucleo redazionale composto da giornalisti in uscita dai tre tiggì, mediante opzioni e non trasferimenti coatti, quindi per scelta volontaria dei diretti interessati. In fondo chi preferisce il lavoro redazionale e di desk potrebbe optare per l’agenzia. Un’altra ipotesi al vaglio riguarda le riduzioni delle edizioni dei tre tiggì, ai quali potrebbe essere assegnata una mission. Ad esempio il Tg1 potrebbe restare la testata di riferimento per le news politiche, di palazzo e istituzionali. Il Tg2 si potrebbe identificare per la cronaca, il costume e la società, i giovani. Il Tg3 per i fatti che riguardano il sociale. Tanto per rendere l’idea. Ovvio che ciascuna testata continuerebbe a divulgare i fatti del giorno, sempre però con un’occhiata particolare alla mission di riferimento.

Ferrari bellicapelli
I capelli più belli del piccolo schermo? Quelli della giornalista sportiva Paola Ferrari, la conduttrice de La Domenica Sportiva e vincitrice incontrastata nella classifica del “capello più fascinoso”. Il 20% di un campione di oltre 300 hair stylist italiani l’ha votata al primo posto. Medaglia d’argento, con il 17% delle preferenze, per Federica Panicucci. Segue sul terzo gradino del podio Caterina Balivo (13%). Al quarto posto Silvia Toffanin con il 12% delle preferenze. Guadagna la quinta posizione (10%) Vanessa Incontrada. Con il 9% dei voti si colloca al sesto posto Ilary Blasi, davanti per Michelle Hunziker (8%).

Il Bisio conteso
Claudio Bisio non farà Zelig. Semmai potrebbe condurre una puntata dell’edizione numero 18 del programma che quest’anno avrà conduttori itineranti e top secret. Gli unici sicuri Michelle Hunziker e Rocco Papaleo. Bisio è stato contattato dagli organizzatori di Italia’s Got Talent che da quest’anno andrà in onda su Sky. In piedi per Bisio c’è sempre uno speciale su Raiuno. L’attore è molto stimato dal direttore di Raiuno, Giancarlo Leone.



www.lanotiziagiornale.it/gubitosi-vara-il-piano-tg-rai-telegiornali-no-agli-accorpamenti-ma-meno-edizioni-il-dg-ha-in-mente-unagenzia-interna-come-server-bisio-lascia-zelig-e-si-fa-tentare...
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00giovedì 17 luglio 2014 19:09
Come Luigi Gubitosi vorrebbe cambiare l’informazione Rai
Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, sembra deciso a riformare l’informazione della tv di stato con un obiettivo, arrivare ad una direzione centralizzata delle notizie, come accade con la spagnola Tve, la tedesca Ard-Zdf o l’inglese Bbc. Per questo motivo chiede un consiglio d’amministrazione straordinario, da tenersi il prossimo 23 luglio, nel corso del quale esporrà la sua riforma.
Il nuovo Tg1 digitale ( Claudio Bernardi/LaPresse)
Il nuovo Tg1 digitale ( Claudio Bernardi/LaPresse)
LA DIFFICOLTÀ LOGISTICA - Secondo quanto riportato da Aldo Fontanarosa su Repubblica, e ripreso da Dagospia, il direttore generale della tv di stato, insieme allo staff di tre collaboratori che lavora con lui alla questione, ha preso atto degli ostacoli, anche logistici, all’accorpamento dell’informazione Rai, ostacoli ritenuti al momento invalicabili. Le forze giornalistiche Rai al momento si trovano in sette palazzine diverse della sede di Saxa Rubra. Visti gli spazi, per la Rai appare difficile sognare o immaginare redazioni unitarie.

LEGGI ANCHE: L’Usigrai si tira indietro. Lo sciopero Rai è un flop dal quale scappano tutti

LA RIDUZIONE NELLE EDIZIONI DI TG1, TG2 E TG3 - Tuttavia Gubitosi vorrebbe cambiare a partire dalle edizioni dei telegiornali. Ad oggi, Tg1, Tg2 e Tg3 producono 21 edizioni quotidiane, ritenute troppe anche alla luce delle medie europee. Queste saranno ridotte fino al 30 per cento, anche se sulle dimensioni dell’intervento servirà il via libera dei consiglieri. Peraltro il numero di edizioni quotidiane ha affossato il canale «All news» Rai News 24, forte di uno share medio secondo Barometro dello 0,57 per cento nei primi sei mesi del 2014.
IL PROBLEMA RAINEWS 24 - Gubitosi punta a portare il canale al livello di gradimento di Bbc World, ritenuto il modello, puntando anche ad una ricollocazione sul telecomando, visto che il canale 48 viene ritenuto un ulteriore handicap. In prospettiva, se i soldi in cassa lo permetteranno, Rai News 24 verrà sdoppiato, con una redazione irradiata solo all’estero e in inglese. Infondata la voce che vorrebbe il Tg2 fuso con Rainews 24. Gubitosi punta anche a ridurre le testate giornalistiche, oggi otto, allo scopo di farle arrivare a quattro, massimo cinque. Anche le relative redazioni saranno accorpate. Ma nessuno dei marchi storici sparirà.
LA SPECIALIZZAZIONE DELLE TESTATE - Cambierà, nelle intenzioni di Gubitosi, anche la filosofia editoriale dei telegiornali. Il Tg1 darà notizie ad ampio raggio, il Tg2 accentuerà la sua vocazione per il costume e le tendenze sociali mentre il Tg3 andrà verso il sociale e gli esteri. Gubitosi chiederà ai cronisti, inoltre, di mettersi alle spalle le vecchie anime politiche mentre l’azienda tratterà con i sindacati su multimedialità e flessibilità. Ogni giornalista, se necessario, dovrà lavorare per qualsiasi testata dell’azienda e userà la telecamera o lo smartphone per filmare mentre la funzione di ripresa oggi è riservata all’operatore.
CHI LAVORA ALLA RIFORMA - A lavorare alla riforma sono in quattro. Oltre a Gubitosi è impegnato il l direttore delle Risorse Umane Fiorespino, il direttore dello Sviluppo Strategico Nardello ed il presidente del Centro per la Formazione in giornalismo radiotelevisivo, la scuola di Perugia, Nino Rizzo Nervo. Quest’ultimo nel 1999 fu promotore della unificazione tra il Tg3 e la Tgr. Mentre Livio Zanetti promosse la fusione dei tre radiogiornali nell’ormai lontano 1993. Ora tocca a Gubitosi. (Photocredit copertina Gian Mattia D’Alberto / lapresse)


www.giornalettismo.com/archives/1559267/come-luigi-gubitosi-vorrebbe-cambiare-linformazi...
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00sabato 19 luglio 2014 16:43
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00sabato 19 luglio 2014 16:43
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00martedì 22 luglio 2014 19:49
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00venerdì 25 luglio 2014 21:36
Rai, rivoluzione Tg. Gubitosi: "Il modello è Bbc, nasceranno due newsroom"
Rivoluzione è un sostantivo molto inflazionato, soprattutto in questa fase storica-politica della vita dell'Italia. Eppure in questo caso pare davvero la parola giusta. Luigi Gubitosi ha anticipato al settimanale l'Espresso (in edicola domani) il piano di riforma dell'informazione che ieri è stato presentato nel Cda Rai informale e del quale erano state diffuse già nei giorni scorsi indiscrezioni.

Il direttore generale della Rai ha spiegato che si tratta della "logica evoluzione del progetto di digitalizzazione e del piano industriale" e che in fin dei conti altro non è che "riorganizzazione dell’area editoriale".

Il piano ha un nome. Si chiama '15 dicembre'. In quella data nel 1979 nacquero la Tgr e il Tg3 completando l’assetto delle testate. Da quel giorno sono passati 35 anni. C’è stato un cambiamento politico, sociale, tecnologico, economico, mediatico epocale. Ma noi siamo rimasti legati a quel modello, logico in uno schema senza concorrenza e con il Web inesistente. Allora offrire tre visioni era comprensibile. Poi il pluralismo è diventato lottizzazione e la lottizzazione è degenerata.

Dunque, come mettere fine alla lottizzazione? Il modello da seguire, ha affermato Gubitosi, è l'inglese Bbc:

Si possono superare le distinzioni tra differenti testate. È il modello Bbc. Ma è anche quello del Gr creato da Livio Zanetti. I marchi dei tre giornali radio sono rimasti identici. Gli ascoltatori credono che non sia cambiato nulla. Invece non è così, non ci sono più tre redazioni ma una sola. L’obiettivo del '15 dicembre' è questo, che il pubblico ritrovi i marchi di sempre dei tg e i visi che sono abituati a vedere. Il cambiamento è strutturale ma non formale, non estetico. La nostra idea si basa su una semplificazione produttiva e sulla specializzazione delle testate. Un esempio pratico: l’assemblea dell’Anci a Firenze è stata seguita da quattro troupe mandate da Tg1, Tg2, Tg3 e RaiNews. Che senso ha? Abbiamo analizzato cinque eventi. Risultato: tre sono stati ripresi da quattro-cinque troupe. Due sono saltati per mancanza di troupe disponibili. Unificando le redazioni se ne manderà una, al massimo due e si potrà coprire un maggior numero di eventi.

Nel merito, il piano Gubitosi si svilupperà in due fasi: la prima si dovrà realizzare tra il 2015 e il 2016 e prevede la nascita di due newsroom. La numero 1 sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento; la 2 sarà formata da Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web. In particolare, Gubitosi ha illustrato:

Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. Newsroom 2 porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale, internazionale e locale. Con Newsroom 2 otteniamo un risparmio immediato. Rai News che doveva sostituire la sua digitalizzazione di prima generazione, ora potrà usare quella di ultima di Rai Tre senza costi aggiuntivi. L’obiettivo è sfruttare i punti di forza che abbiamo utilizzando un unico standard produttivo. Saranno due grandi accorpamenti ma apparentemente non cambierà nulla.

Sì, perché i telespettatori continueranno a vedere i diversi loghi e conduttori di Tg1, Tg2, Tg3. Ma le redazioni di Tg1 e Tg2 saranno unificate:

A differenziare l’offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata all’altro. Così l’impianto sarà più nitido e si potranno valorizzare e distinguere meglio i contenuti, le missioni dei telegiornali, riposizionare e razionalizzare editorialmente le rubriche, evitando repliche, incentivando la creatività. Ha presente la Volskwagen che produce con i marchi Audi, Volkswagen, Bentley ecc..

Gubitosi ha asserito di essere consapevole che "il successo di questo genere di operazione implichi la condivisione a livello giornalistico, tecnico e sindacale" (aggiungendo che "bisognerà rivedere una serie di figure professionali"); e la situazione, in questo senso, non appare delle più semplici. L'Usigrai ha criticato la scelta del dg di anticipare le linee guida della riforma ad un settimanale.

Oggi in Cda si capirà se l'iniziativa di Gubitosi potrà concretizzarsi o se sarà bloccata sin da subito. Non è comunque previsto il voto.


www.tvblog.it/post/617218/rai-rivoluzione-tg-gubitosi-il-modello-e-bbc-nasceranno-due-...
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00mercoledì 30 luglio 2014 12:45
Bianca Berlinguer, Tg3 accorpato con Rai News e TgR: ‘Gubitosi sbaglia, qui per fare informazione’
Bianca è nera. E’ davvero il caso di dirlo: Bianca Berlinguer dal 2009 direttore del Tg3 tuona contro Luigi Gubitosi, che vuole accorpare Rai News e TgR con il Tg3. A Bianca Berlinguer la proposta non piace: due grandi newsroom per snellire quantità e qualità dell’informazione Rai. La prima: formata da Rai1, Rai2 e Rai Parlamento; la seconda, invece, dal Tg3 capofila insieme a Rai News e ai TGR, le redazioni regionali del Servizio pubblico. I marchi storici non andrebbero persi: si tratterebbe piuttosto di una riorganizzazione rispetto alle quantità e alle qualità delle redazioni Rai.
Prima, dei quattro figli del leader del Partito Comunista Enrico Berliguer, Bianca di Rai 3 non ci sta e si posiziona contro le scelte che l’azienda per cui lavora sta pensando: il rilancio dell’informazione Rai.
Intervistata oggi dalle pagine de Il CorSera, Bianca Berlinguer ha al riguardo un indirizzo di precisione: la riforma va fatta, sarebbero le modalità pensate dai vertici a non convincere del tutto gli addetti ai lavori; tra disertori dell’informazione – pronti a scommettere che sia un modo per difendere la poltrona a tutti i costi – e figure e personaggi altrettanto convinti che si debba dare uno scossone alle notizie del Servizio pubblico:
‘La prospettiva peggiore per la Rai – dice Bianca Berlinguer – è l’immobilismo. Meglio un piano, anche discutibile, che il vuoto. Mi auguro si affronti nel complesso e seriamente il senso del mandato al quale deve risponde il servizio pubblico. La Rai deve ripensarsi radicalmente‘.
E’ chiaro: della Rai, secondo la direttora del Tg3, occorre cambiare tutto. In primis una sempre più ridotta identità culturale che, negli anni, vuoi per l’avvento dei format televisivi d’oltreoceano, per le lobbies della politica, o per l’inserimento della tv pubblica nelle dinamiche commerciali televisive, si è qualche volta dimenticata delle proprie radici:
‘Nella mia ottica, lo ripeto, va ridiscusso tutto. Anche il Tg3 così come gli altri Tg. So bene che il nostro telegiornale è quello che corre il rischio maggiore di perdere fisionomia e identità, proprio perché inglobato in un modello di informazione così diverso come quello delle attuali all news‘.
Parole che, aggiunte a quelle di seguito riportate, permetterebbero di ripensare l’ipotesi: Bianca Berlinguer potrebbe approdare alla conduzione di Ballarò, lasciando un Tg3 non più nelle sue corde. Le sue redazioni la ricordano per la fermezza che ha e anche, e soprattutto, per la decisione che mette nelle scelte che la riguardano:
‘In quanto al mio futuro, tutti i direttori sanno che il proprio incarico è a termine. Io sono e resto una giornalista che si occuperà di informazione. Credo di poter dare il mio contributo anche in altre vesti‘. Poco prima, inoltre, ha ammesso in risposta alla domanda dell’intervistatore (“Rai copre un unico avvenimento con tre troupe…“). A domanda ha risposto:
‘E nessuno nega che questo sia un vero, concreto problema. Ma ci vuole un progetto complessivo che investa l’intero sistema dell’azienda: reti, tg, strutture tecniche. Ha poco senso limitarsi solo all’informazione‘. Come dire: la Rai non faccia come Matteo Renzi; le slide pronte, tanti tweet e pochi fatti?

www.nanopress.it/spettacoli/2014/07/30/bianca-berlinguer-tg3-accorpato-con-rai-news-e-tgr-gubitosi-sbaglia-qui-per-fare-informazione...
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00lunedì 4 agosto 2014 08:55
Rai informazione: come cambia?
Il "Piano News" del DG Gubitosi è stato approvato dal CDA Rai e a settembre arriverà al vaglio della Vigilanza: stop alle promozioni a pioggia, riduzione a due macro-redazioni.


Il DG della Rai Luigi Gubitosi ha messo mano alla riorganizzazione delle testate giornalistiche della Rai con una parola d'ordine: ottimizzazione. E' in fondo questo l'obiettivo di tutta la sua 'campagna' di ristrutturazione di Viale Mazzini, che passa anche per la riorganizzazione dell'intero 'parco giornalisti' dell'azienda Rai, che conta circa 350 persone tra direttori, vicedirettori, capiredattori e inviati sul totale di 1656 'penne'. "Un capo in media per ogni quattro redattori" esemplifica il Messaggero, facendo due conti tra le fila dei giornalisti in forza alla Rai (e ci aiutiamo con la grafica pubblicata oggi dal quotidiano).

Il primo passo di Gubitosi, quindi, è quello di razionalizzare gli incarichi e di mettere un freno alle promozioni facili, ad personam e a pioggia: saranno fatte solo quelle necessarie e qualora ci sia qualche caso eccezionale, i direttori potranno richiederle per i propri sottoposti solo a dicembre e ad aprile motivandone la stretta necessità. Praticamente si aprono delle sessioni di promozione, un po' come quelle di laurea.

Tagliate, come detto, anche le promozioni 'ad personam', previste sì dal contratto nazionale, ma usate negli anni soprattutto come 'ringraziamento' per il lavoro svolto. Una qualifica e un aumento in busta paga "di poche decine di euro", dice oggi al quotidiano romano Augusto Minzolini - già direttore del Tg1 e oggi deputato di Forza Italia - che ricorda come le promozioni ad personam

"erano l'unico modo per premiare i più meritevoli, i colleghi che lavoravano dalla mattina alla sera tardi. Ma stiamo parlando di poche decine di euro. Era importante il gesto, il riconoscimento per il lavoro che facevano. Per fare una squadra serve anche questo".

Le parole di Minzolini potrebbero però essere fraintese e dimostrare come in una struttura 'elefantiaca' - così viene descritta da molti - come quella Rai, in pochi lavorassero tanto da meritare un encomio. Comunque sia, questo tipo di riconoscimenti è stato giudicato "incompatibile" con gli obiettivi di spesa.

Altro aspetto fondamentale, in accordo con il sindacato Usigrai, il 'titolo' non varrà più come 'qualifica a vita' ma come incarico e, come tale, a termine. Non ci saranno più molteplici direttori che mantenevano la carica anche a sostituto subentrato. Anche questo avrà delle conseguenze dirette sulle casse Rai, tanto più che la nuova politica sulle promozioni riguarderà l'intera azienda, non solo il comparto giornalistico.

L'obiettivo finale è quello di compattare, nell'arco dei prossimi quattro anni, tutto in due grandi redazioni che sfruttino al massimo le nuove tecnologie (ma ricordiamo che il Tg1 è stato digitalizzato solo un paio di mesi fa). Tutto dovrebbe essere più snello, il che preoccupa lavoratori e sindacati e ha già registrato il 'no' del direttore del Tg3 Bianca Berlinguer, la cui redazione secondo il piano Gubitosi, vale la pena ricordarlo, dovrebbe essere accorpata a Rai News.

I modelli cui guarda Gubitosi, infatti, sono la BBC - che ha tagliato fino ad arrivare a una testata e una direzione, con 600 licenziamenti - e le pubbliche France 2 e France 3, accorpatesi per ragioni di spesa e arrivate a tagliare 500 unità. La preoccupazione c'è: del resto una struttura come quella del Tg1 - un direttore, 4 vice, 29 capiredattori, 7 capiservizio e 12 redattori - sono davvero un po' difficili da gestire in una situazione economicamente non più florida.

I tempi delle gestioni allegre sono finiti? Per adesso Gubitosi ha incassato l'appoggio dell'Usigrai - con cui ha trattato - e del CDA: dopo la pausa estiva il piano sarà presentato alla Commissione di Vigilanza Rai. Se ne riparlerà.

www.tvblog.it/post/620902/rai-informazione-come-cambia
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00lunedì 4 agosto 2014 08:56
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00lunedì 1 settembre 2014 09:00
Gubitosi: riforme ai telegiornali RAI
La Rai modello Bbc

Due super-redazioni per fornire contenuti alle testate: il piano Gubitosi per
un servizio pubblico sul modello british. Ma i sindacati si oppongono
Operazione “15 dicembre”, che significa nessuna rivoluzione estetica sul volto
di mamma Rai: i mezzibusti dei telegiornali rimarranno gli stessi del giorno
prima, sarà il “retrobottega” di Saxa Rubra a non essere più lo stesso. La data
indicata da Luigi Gubitosi viene dal passato, da quel giorno del 1979 nel quale
nacquero Tg3 e testate regionali, completando l’attuale assetto dell’
informazione televisiva del servizio pubblico.
«Abbiamo immaginato due fasi, la prima si dovrà realizzare tra il 2015 e il
2016 e prevede la nascita di due newsroom», ha anticipato all’Espresso il
direttore generale della Rai che ieri ha presentato il piano ai consiglieri in
un Cda informale. «La numero uno sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2
più Rai Parlamento. La seconda sarà formata da Tg3 più RaiNews, Tgr, Cciss,
meteo e web. Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale.
Newsroom 2 porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale,
internazionale e locale».
Eccola la nuova Rai. Due redazioni che forniscono contenuti a tutte le testate
che, pur mantenendo la loro specificità editoriale, si approvvigioneranno di
contenuti da due strutture di news gathering integrate. «A differenziare l’
offerta – ha spiegato Gubiosi – saranno i vicedirettori, i coordinatori di
impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata all’
altro».
Il punto del piano è utilizzare le risorse che le varie testate impiegano
separatamente in un’ottica di razionalizzazione delle energie. «La nostra idea
– prosegue il Dg Rai – si basa su una semplificazione produttiva e sulla
specializzazione delle testate. Un esempio pratico: l’assemblea dell’Anci a
Firenze è stata seguita da quattro troupe mandate da Tg1, Tg2, Tg3 e RaiNews.
Che senso ha? Abbiamo analizzato cinque eventi. Risultato: tre sono stati
ripresi da quattro-cinque troupe. Due sono saltati per mancanza di troupe
disponibili. Unificando le redazioni se ne manderà una, al massimo due e si
potrà coprire un maggior numero di eventi».
Un piano che, a giudicare dalla prima reazione dell’Usigrai, incontrerà
diffidenze se non aperte resistenze. L’accusa che viene mossa a Gubitosi è di
aver messo in piedi «un’operazione d’immagine» e che il vero obiettivo sia
quello di «coprire la vendita delle quote di RaiWay».Il sindacato dei
giornalisti Rai chiede che il Dg «abbandoni l’immobilismo di questi mesi e
chieda al Cda il voto sul ricorso contro il taglio illegittimo di 150 milioni.
Così si fare chiarezza su chi vuole difendere la Rai e rilanciare il servizio
pubblico e chi no». E durante la riunione del consiglio d’amministrazione di
viale Mazzini convocata per oggi il tema finirà per incrociare quello del
progetto di riforma presentato da Gubitosi.


"Rai, ecco come rivoluzionerò i telegiornali"
Meno poltrone, più sinergie. Parla Gubitosi
Il direttore generale di viale Mazzini illustra in anteprima all'Espresso il
suo progetto di riforma dell'informazione pubblica. E, se il piano non si
dovesse realizzare, lascia intuire una sua possibile uscita di scena


Due super-redazioni per l'informazione Rai, meno direttori di Tg, meno
poltrone. E più sinergie. È la Rai modello Bbc contenuta nel piano del
direttore generaleLuigi Gubitosi, anticipato da “l'Espresso” in edicola
venerdì. Un piano che sta già scatenando tensioni in viale Mazzini ma su cui il Dg è pronto a giocarsi tutto, fino all'addio. Se lo bloccassero, dice infatti,
«dovrò prenderne atto».
Nel merito, la rivoluzione in viale Mazzini, riguarda tutto l'asset
dell'informazione pubblica: «È la logica evoluzione del progetto di
digitalizzazione e del piano industriale. Il terzo anno, sarebbe questo,
prevedeva la riorganizzazione dell’area editoriale. Al tutto si è poi aggiunta
la cessione di una quota minoritaria di RaiWay per poter valorizzare l’asset e
fare cassa», spiega Gubitosi.
Il piano, prosegue il Dg, «ha un nome. Si chiama “15 dicembre”. In quella data
nel 1979 nacquero la Tgr e il Tg3 completando l’assetto delle testate. Da quel
giorno sono passati 35 anni. C’è stato un cambiamento politico, sociale,
tecnologico, economico, mediatico epocale. Ma noi siamo rimasti legati a quel
modello, logico in uno schema senza concorrenza e con il Web inesistente.
Allora offrire tre visioni era comprensibile. Poi il pluralismo è diventato
lottizzazione e la lottizzazione è degenerata».
Il progetto deriva dallo studio dei broadcaster internazionali. «Rispetto a
loro, il modello attuale Rai è di una complessità unica. Ma solo un anno fa una
riorganizzazione sarebbe stata difficilissima. Oggi con il completamento del
passaggio al digitale tutte le redazioni sono diventate totalmente
intercambiabili e organizzate con la stessa piattaforma tecnologica».
In questo modo sarà tecnicamente possibile sviluppare sinergie, «si possono
superare le distinzioni tra differenti testate. È il modello Bbc. Ma è anche
quello del Gr creato da Livio Zanetti. I marchi dei tre giornali radio sono
rimasti identici. Gli ascoltatori credono che non sia cambiato nulla. Invece
non è così, non ci sono più tre redazioni ma una sola. L’obiettivo del “15
dicembre” è questo, che il pubblico ritrovi i marchi di sempre dei tg e i visi
che sono abituati a vedere. Il cambiamento è strutturale ma non formale, non
estetico. La nostra idea si basa su una semplificazione produttiva e sulla
specializzazione delle testate. Un esempio pratico: l’assemblea dell’Anci a
Firenze è stata seguita da quattro troupe mandate da Tg1, Tg2, Tg3 e RaiNews.
Che senso ha? Abbiamo analizzato cinque eventi. Risultato: tre sono stati
ripresi da quattro-cinque troupe. Due sono saltati per mancanza di troupe
disponibili. Unificando le redazioni se ne manderà una, al massimo due e si
potrà coprire un maggior numero di eventi».
La rivoluzione di viale Mazzini sarà in due fasi: «Abbiamo immaginato due
fasi, la prima si dovrà realizzare tra il 2015 e il 2016. Prevede la nascita di
due newsroom. La numero 1 sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai
Parlamento. La 2 sarà formata da Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web.
Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. Newsroom 2
porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale,
internazionale e locale. Con Newsroom 2 otteniamo un risparmio immediato. Rai
News che doveva sostituire la sua digitalizzazione di prima generazione, ora
potrà usare quella di ultima di Rai Tre senza costi aggiuntivi. L’obiettivo è
sfruttare i punti di forza che abbiamo utilizzando un unico standard
produttivo. Saranno due grandi accorpamenti ma apparentemente non cambierà
nulla».
Nella pratica, «i marchi Tg1, Tg2, Tg3 rimarrano. Chi guarda il Tg1 delle 20
continuerà a vedere il logo e i conduttori abituali che sono caratterizzanti.
Così il Tg2. Ma le due redazioni saranno state unificate. A differenziare l’
offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di impaginazione ed editoriali
e i conduttori, tutti dissimili da una testata all’altro. Così l’impianto sarà
più nitido e si potranno valorizzare e distinguere meglio i contenuti, le
missioni dei telegiornali, riposizionare e razionalizzare editorialmente le
rubriche, evitando repliche, incentivando la creatività. Ha presente la
Volskwagen che produce con i marchi Audi, Volkswagen, Bentley ecc?».
Il piano sarò affrontato in autunno: «Il piano che mi piace di più chiamare
“Linee guida” non si esaurisce con la riorganizzazione delle testate. Ma è
ovvio che il successo di questo genere di operazione implichi la condivisione a
livello giornalistico, tecnico e sindacale. Anche perché bisognerà rivedere una
serie di figure professionali». Il direttore generale, nell'intervista a
“l'Espresso” affronta anche il tema dell'addio diGiovanni Floris: «Floris è un
magnifico prodotto del vivaio Rai a cui è stato proposto un ottimo contratto.
Ha colto l’occasione. La stima rimane, andiamo avanti», dice.
E sul futuro di Ballarò, aggiunge, «È compito di Andrea Vianello, direttore di
Rai Tre, decidere, trattare e dirlo. Si saprà presto». Mentre smentisce che vi
sia in corso una trattativa sotterranea con Michele Santoro.



Rai, rivoluzione Tg. Gubitosi: "Il modello è Bbc, nasceranno due newsroom"

Rivoluzione è un sostantivo molto inflazionato, soprattutto in questa fase
storica-politica della vita dell'Italia. Eppure in questo caso pare davvero la
parola giusta. Luigi Gubitosi ha anticipato al settimanale l'Espresso (in
edicola domani) il piano di riforma dell'informazione che ieri è stato
presentato nel Cda Rai informale e del quale erano state diffuse già nei giorni
scorsi indiscrezioni.
Il direttore generale della Rai ha spiegato che si tratta della "logica
evoluzione del progetto di digitalizzazione e del piano industriale" e che in
fin dei conti altro non è che "riorganizzazione dell’area editoriale".
Il piano ha un nome. Si chiama '15 dicembre'. In quella data nel 1979 nacquero
la Tgr e il Tg3 completando l’assetto delle testate. Da quel giorno sono
passati 35 anni. C’è stato un cambiamento politico, sociale, tecnologico,
economico, mediatico epocale. Ma noi siamo rimasti legati a quel modello,
logico in uno schema senza concorrenza e con il Web inesistente. Allora offrire
tre visioni era comprensibile. Poi il pluralismo è diventato lottizzazione e la
lottizzazione è degenerata.
Dunque, come mettere fine alla lottizzazione? Il modello da seguire, ha
affermato Gubitosi, è l'inglese Bbc:
Si possono superare le distinzioni tra differenti testate. È il modello Bbc.
Ma è anche quello del Gr creato da Livio Zanetti. I marchi dei tre giornali
radio sono rimasti identici. Gli ascoltatori credono che non sia cambiato
nulla. Invece non è così, non ci sono più tre redazioni ma una sola. L’
obiettivo del '15 dicembre' è questo, che il pubblico ritrovi i marchi di
sempre dei tg e i visi che sono abituati a vedere. Il cambiamento è strutturale
ma non formale, non estetico. La nostra idea si basa su una semplificazione
produttiva e sulla specializzazione delle testate. Un esempio pratico: l’
assemblea dell’Anci a Firenze è stata seguita da quattro troupe mandate da Tg1,
Tg2, Tg3 e RaiNews. Che senso ha? Abbiamo analizzato cinque eventi. Risultato:
tre sono stati ripresi da quattro-cinque troupe. Due sono saltati per mancanza
di troupe disponibili. Unificando le redazioni se ne manderà una, al massimo
due e si potrà coprire un maggior numero di eventi.
Nel merito, il piano Gubitosi si svilupperà in due fasi: la prima si dovrà
realizzare tra il 2015 e il 2016 e prevede la nascita di due newsroom. La
numero 1 sarà composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento; la 2
sarà formata da Tg3 più Rai News più Tgr e Ciss, meteo e Web. In particolare,
Gubitosi ha illustrato:
Newsroom 1 sarà generalista e avrà anche un canale istituzionale. Newsroom 2
porterà un’evoluzione dell’all news integrando offerta nazionale,
internazionale e locale. Con Newsroom 2 otteniamo un risparmio immediato. Rai
News che doveva sostituire la sua digitalizzazione di prima generazione, ora
potrà usare quella di ultima di Rai Tre senza costi aggiuntivi. L’obiettivo è
sfruttare i punti di forza che abbiamo utilizzando un unico standard
produttivo. Saranno due grandi accorpamenti ma apparentemente non cambierà
nulla.
Sì, perché i telespettatori continueranno a vedere i diversi loghi e
conduttori di Tg1, Tg2, Tg3. Ma le redazioni di Tg1 e Tg2 saranno unificate:
A differenziare l’offerta saranno i vice direttori, i coordinatori di
impaginazione ed editoriali e i conduttori, tutti dissimili da una testata all’
altro. Così l’impianto sarà più nitido e si potranno valorizzare e distinguere
meglio i contenuti, le missioni dei telegiornali, riposizionare e
razionalizzare editorialmente le rubriche, evitando repliche, incentivando la
creatività. Ha presente la Volskwagen che produce con i marchi Audi,
Volkswagen, Bentley ecc..
Gubitosi ha asserito di essere consapevole che "il successo di questo genere
di operazione implichi la condivisione a livello giornalistico, tecnico e
sindacale" (aggiungendo che "bisognerà rivedere una serie di figure
professionali"); e la situazione, in questo senso, non appare delle più
semplici. L'Usigrai ha criticato la scelta del dg di anticipare le linee guida
della riforma ad un settimanale.
Oggi in Cda si capirà se l'iniziativa di Gubitosi potrà concretizzarsi o se
sarà bloccata sin da subito. Non è comunque previsto il voto.
tgista
00lunedì 1 settembre 2014 09:01
Rai: dopo Tg1, Tg2 e Tg3 la digitalizzazione sbarca in provincia
Rai: dopo Tg1, Tg2 e Tg3 la digitalizzazione sbarca in provincia
Dal 25 luglio spazio alla Tgr del Molise. Il processo si concluderà nel 2019
con le Teche


A gennaio 2013 il Tg2, a maggio 2014 il Tg3, a giugno il Tg1 e tra il 25 e il
31 luglio Tgr Molise, Tgr Lombardia e Tgr Lazio. Entro l’anno le redazioni di
Palermo, Trento, Bolzano e Trieste. Entro il 2015 tutte le testate regionali e
Rai News. A fine 2016 Rai Sport e Rai Parlamento. E nel 2019 il lungo cammino
della digitalizzazione Rai si concluderà con le Teche, con il passaggio da un
sistema di archivio basato su cassette a una server farm dal quale i
giornalisti potranno attingere facilmente. Nel suo mandato alla guida della
Rai, dunque, il dg Luigi Gubitosi potrà rivendicare – mettendo sul piatto ben
500 milioni di euro - di aver trasformato la tv di stato da broadcaster
tradizionale a media company digitale.

Una media company che l’informazione la sta digitalizzando e totalmente
ripensando con l’accorpamento di tutte o quasi le testate in due sole
redazioni. E forse l’accorpamento delle testate – per ridurre i costi e rendere
più omogenei gli standard produttivi - era meglio pensarlo già nel 2012, quando
l’avventura digitale è partita. Sembra infatti che le testate giornalistiche
del servizio pubblico operino su piattaforme editoriali diverse (Avid, Sony,
Dalet e quant’altro). Software scelti al termine di singole gare d’appalto. Che
si fa ora?
tgista
00giovedì 11 settembre 2014 18:32
Rai, Tg3 contro Gubitosi: "Riforma di informazione riduce pluralismo"
Chiesta formalmente un'audizione in Commissione di Vigilanza. Intanto il piano di Gubitosi deve essere ancora votato dal Cda.



Durissima presa di posizione dei giornalisti del Tg3 contro il progetto di riforma dell'informazione avanzato nelle scorse settimane dal direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, secondo il quale il telegiornale di Raitre dovrebbe essere accorpato a Rai News (a formare la newsroom 2 insieme a Tgr, Ciss, meteo e Werb, mentre la numero 1 sarebbe composta dall’accorpamento di Tg1, Tg2 più Rai Parlamento). Con una lettera aperta inviata alla commissione di Vigilanza il Tg3 accusa:

In Rai le cose devono cambiare, ma bisogna cambiare di più e meglio. Il progetto di riforma dell'informazione presentato dal DG Gubitosi non cambia la Rai ma serve soltanto a ridurre il pluralismo, rischiando di cancellare le identità delle testate a cominciare dal Tg3. Il pluralismo è un patrimonio che appartiene al Paese e di cui oggi più che mai l'Italia ha bisogno.

Già nelle scorse settimane il direttore del Tg3 Bianca Berlinguer aveva ammonito sul rischio di "anonimato informativo", ora i giornalisti del telegiornale di Raitre "fanno appello al senso di responsabilità dei membri della Commissione di Vigilanza":

Il Tg3 è convinto che una riforma sia necessaria, ma appare evidente che un progetto di riforma del sistema dell'informazione del servizio pubblico che non parta dalla definizione del prodotto che si intende fornire agli italiani, sia destinato inevitabilmente a fallire. Il DG parla di risparmi solo per l'informazione, senza considerare le tantissime altre voci di bilancio dell'Azienda. Il piano presentato da Gubitosi, più che avere un obiettivo economico sembra averne uno politico: gli accorpamenti delle varie testate, in assenza di una riforma della governance, consegnerebbero alla politica un potere quasi assoluto sull'informazione del servizio pubblico che rischierebbe di diventare l'organo di propaganda del governo di turno.

Prima di chiedere formalmente "un'audizione del nostro cdr in Commissione di Vigilanza", i giornalisti del Tg3 insistono rivendicando l'identità del telegiornale per il quale lavorano:

Il problema della libertà di stampa è quanto mai attuale nel nostro paese e i giornalisti del Tg3 non sono disposti a disperdere una tradizione di informazione che da sempre ha dato voce agli strati più deboli della popolazione, all'antimafia, alla parità di genere, al mondo del lavoro, ad una visione alternativa della politica estera. Non capiamo il senso di un progetto che prevede da una parte l'accorpamento di TG1, TG2 e Rai Parlamento nella Newsroom 1 e dall'altra TG3, Rainews24 e TGR nella Newsroom2. Si perderebbe l'identità dei vari telegiornali lasciando soltanto dei marchio come specchietti per le allodole senza una reale differenza nei contenuti.

Ricordiamo che per il momento il piano di riforma di Gubitosi non è stato ancora votato dal Consiglio di amministrazione, che però nel frattempo ha dato l'ok (con unico voto contrario quello di Antonio Verro) alle linee guida.

www.tvblog.it/post/636094/rai-tg3-contro-gubitosi-riforma-di-informazione-riduce-pl...
tgista
00venerdì 9 gennaio 2015 17:19
In Rai sono tutti Charlie Hebdo (dopo le strigliate di Gubitosi): Speciale Porta a porta stasera in prima serata
Il Direttore di Rai1 Giancarlo Leone avrebbe fatto mea culpa per non aver dato il giusto risalto a Charlie Hebdo da subito. Rincorsa agli speciali su pressione di Gubitosi?

UPDATE: Cambia la programmazione Rai per seguire, minuto per minuto, la convulsa caccia ai due jihadisti francesi ritenuti gli autori della strage a Charlie Hebdo.
Dopo il prolungamento di Uno Mattina e le edizioni speciali del Tg3, alle normali edizioni dei Telegiornali sono previste: dalle 14:45 alle 16:00 una edizione straordinaria del TG1; dalle 16:00 alle 17:30 edizione straordinaria del TG3. La vita in diretta su Rai1 seguirà gli eventi di Dammarten en Goel. Dalle 17:30 alle 18:50 edizione speciale del TG2. RaiNews 24 continuerà per tutta la giornata la sua lunga diretta. Questa sera è, inoltre, previsto uno Speciale Porta a porta dalle 21.10.

Charlie, abbiamo un problema. In Rai sono tutti Charlie Hebdo solo dopo le strigliate di Gubitosi. Sulla tv di stato sono piovute tante polemiche e contestazioni per le mancate variazioni di palinsesto, soprattutto nella prima serata del 7 gennaio. Stando a Il Messaggero lo stesso Direttore di Rai1 Giancarlo Leone avrebbe fatto mea culpa per non aver mandato in onda uno Speciale Porta a Porta e il Direttore generale sarebbe contrariato con lui. La bufera è scoppiata dopo che il presidente della commissione di Vigilanza, il grillino Roberto Fico, ha scritto una lettera al direttore generale Gubitosi per chiedere di "riferire tempestivamente sui motivi per i quali la Rai non abbia ritenuto di modificare la propria programmazione".

Critiche sono arrivate anche dal segretario della Commissione, il Pd Michele Anzaldi che su Twitter parla di «una brutta pagina» e invita la Rai «a una riflessione». L’obiezione è che RaiNews24 ha seguito in diretta le reazioni al drammatico attacco terroristico, «una lavoro ottimo - fa notare Anzaldi - ma con uno share dello 0.66%».

Il servizio pubblico ha deciso di correre ai ripari ai posteriori, come sempre (tutti bravi a sbrodolare una tragedia, mai a documentarla quando succede). Ieri sera è andato in onda su Rai3 uno speciale Agorà, stasera - al posto di Tv7 in seconda serata su Rai1 - è previsto uno Speciale Tg1.

E, soprattutto, questa mattina è andato in onda no stop Unomattina con Franco Di Mare e Francesca Fialdini (che poteva risparmiarci la sua inutilità), sostituendo lo stesso Storie vere che sta comunque mostrando di presidiare ottimamente l'attualità. Poi Antonella Clerici ha aperto La prova del cuoco senza sigla, dichiarando: "Seguiamo con apprensione i fatti che stanno accadendo in francia pronti a dare la linea al telegiornale in qualsiasi momento".

Anche il Tg2 è andato in onda in edizione straordinaria, perché ora l'obiettivo è seguire il blitz per l'auspicata cattura dei colpevoli (che intanto avrebbero catturato degli ostaggi).

Intanto non si può tornare indietro, la Rai ha dato una pessima prova di informazione in tempo reale nel giorno dell''attentato di Parigi, quasi sottovalutandone la valenza terroristica internazionale e riducendolo a un mero fatto di cronaca. Risultato? Se - quando ammazzano il bambino del paesello - le strutture della cronaca sono subite pronte a mobilitarsi, di fronte all'emergenza esteri (che richiederebbe professionisti preparati del settore, anziché inviati morbosi) le risorse Rai latitano.

Se a questo aggiungiamo che l'attentato è scoppiato la mattina del 7 gennaio, quando le redazioni stavano riemergendo dal disarmo natalizio, il buco riscontrato sulla tv di stato induce dei seri ripensamenti sui presidi dell'emergenza, che in Rai dovrebbero attivarsi anche durante i festivi come in tutte le redazioni. Basti ricordare anche quanto accaduto con la Norman Atlantic domenica 28 dicembre: siccome i contenitori domenicali di Rai1 erano registrati, a dare le ultime notizie era Camila Raznovich alle falde del Kilimangiaro. Una pezza a colori piuttosto risibile, che conferma le cattive acque in cui versa il giornalismo Rai.
tgista
00sabato 23 maggio 2015 19:26
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