Esiti Elettorali - curiosità planetaria

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verri
00martedì 13 giugno 2017 20:38
Negli Stati Uniti prevale il nazionalismo ed il protezionismo. In Gran Bretagna prende piede una repentina svolta verso posizioni europeiste. In Francia un movimento che si posiziona al di fuori dei partiti fa man bassa di consensi. In Italia, nelle città di Roma e Torino, un movimento che si posiziona ugualmente al di fuori dei partiti è in grave difficoltà di consensi. Eppure, vi è una lettura che spiega questi apparentemente divergenti fenomeni. Torna sempre, quasi ontologicamente, nei panorami politici mondiali, il dettato della cultura patriarcale della polis greca sulla quale si fonda la nostra organizzazione del potere. Se guardate bene, laddove si prospetta il potere Femminile, lì si mettono in moto i meccanismi pronti a distruggerlo, sia che il potere si stia per profilare (Stati Uniti con la Clinton, in Francia con la Le Pen), sia che venga già esercitato (in Gran Bretagna, a Roma, a Torino). Non conta di quali idee siano portatrici le Donne al Governo (o che ambiscano a conquistarlo), l'importante per la nomenclatura maschile è imbastire campagne di delegittimazione tese ad evidenziare la pretesa debolezza Femminile ed a scalzarla.
Bestion.
00mercoledì 14 giugno 2017 13:11
Mmm … allora, la imperitura Angelina tetesca è un uomo con parvenza di donna [SM=x44598]









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verri
00giovedì 15 giugno 2017 19:48
No. E' una Donna che ha saputo resistere. Evidentemente la credibilità che riscuote presso il suo popolo è più forte di tutto e di tutti. Ti viene in mente lei perché è un caso più unico che raro di Donna che conserva il potere. E, credimi, la diffusa difficoltà Femminile nell'occupare ruoli di governo, non dipende da una generale incapacità delle Donne.
Bestion.
00sabato 17 giugno 2017 06:38
Alla donna disse: "... ma egli ti dominerà"
Mmm … non mi limito soltanto di notare il “fenomeno” Merkel, ma penso anche ad altre donne/signore prestigiose, se non anche più singolari e temerarie di lei. E la storia, sia passata che presente, ne è piena di esempi. Vedi a tutt’oggi l’intramontabile e assai potente regina Elisabetta che, alla vetusta età di 91 anni, non si sogna minimamente di ritirarsi e di cedere trono e potere al suo primogenito Carlo. È certa e indiscutibile la sua bravura e autorevolezza a reggere il regno, ma anche costei, se non fosse per le sottane e i cappellini colorati, assomiglia quasi in tutto al suo coetaneo italiano, vecchio di un anno più di lei, ossia, a Re-Napolitano il quale, probabilmente per vivere al meglio la sua ultima fase terrena, si è appena premurato di aumentarsi la scorta, e di avere altre macchine blu a disposizione sua e della moglie, nonché di continuare, con la scusante di credersi ancora l’indispensabile per l’Italia, ad intrallazzarsi degli affari italiani, quindi, di imporre veti e dettare direttive politiche economiche sociali ai governi in carica. E, logicamente, il tutto a scapito di un ulteriore onere nelle tasche dei soliti meno abbienti; al carico di quel “suo” da lui molto amato popolo sovrano, e per il quale, sempre al dire del Nostro emerito, ha tanto lavorato, ha tanto faticato, con altrettante sofferenze e sacrifici personali!

E comunque, se non si vuole eludere la realtà e vedere bene in faccia il vero, allora bisogna onestamente riconoscere che questa logica distorta di gestione del potere, vale anche in riferimento alle non poche donne, più o meno valenti, di casa nostra. Circa cioè la loro ambizione e spasmodica corsa all’esercizio di tale padronanza su tutti e in tutto.
Classico a tutt’oggi, sebbene con le dovute proporzioni, è l’esempio della pressoché ancor fanciulla Boschi che, in quanto ministra bene incollata nel suo scanno di comando, può permettersi la beffa di vestire la maschera farisaica della scandalizzata e spudoratamente difendere in Parlamento il proprio babbo. E forse, nel contempo, ancor sicura dell’influenza politica della sua carica, chiedere in privato, per vie traverse, aiuti finanziari al risanamento della banca diretta dallo stesso genitore; uno tra gli ancora impuniti responsabili – se non i loro truffati correntisti! - della bancarotta in altri istituti bancari italiani.
In apparenza insignificante, ma altrettanto significativo esempio di arroganza del potere quando incallito nelle mani di certune “famose” donne, è invece quello della Finocchiaro, la politicante già avanzata negli anni, filmata mentre, fumando come una forsennata, si fa portare dai suoi uomini di scorta il carrello di spesa dal supermercato al parcheggio della sua macchina. Oppure quando ella rilascia incautamente una spontanea dichiarazione nella quale si auto definisce ben superiore e ben più meritevole di plauso, non solo perché laureata e pure onorevole, rispetto ad altra sua omogenea figura, una Persona altrettanto Donna come lei, ma purtroppo incolta, senza titoli di merito e sempliciotta bidella.
Non meno eclatante poi, è l’esempio che proviene da un’altra notissima signora: la Lilli Gruber. La “intellettuale” dedita più al servizio di suggerire, o peggio, d’imporre l’opinabilità e le illazioni col mezzo dei media, piuttosto che il diffondere, senza la metodica cultura del sospetto, la semplice veridicità della notizia. Difatti, non è un caso che costei sia una tra le veterane più assidue a far parte del gruppo di potere globale, quanto occulto, e non meno differente della massoneria o di altre associazioni segrete. Cioè, di essere anch’essa una diretta partecipe, durante le annuali ed ermetiche riunioni della Bilderberg, di un potere deciso li a tavolino e quindi spartito alla gestione dei pochi eletti.

Sono quindi d’accordo che non esiste pertanto una qualche recondita incapacità di fondo da parte delle donne in generale, ossia, di conquistare e gestire il potere col medesimo zelo con cui lo prende e lo gestisce, sia il già conosciuto autorevole uomo, oppure sia quello ignoto ed imposto a forza dal vero burattinaio (ieri il ricco industriale Berlusconi, sostituito poi con i soloni tecnici servitori dell’alta finanza, Monti/Fornero; oggi dallo sconosciuto e ben più furbastro dulcamara Renzi).
In questo, dunque, non c’è differenza alcuna tra uomo e donna! Anzi.
Pure le donne hanno la stessa determinazione e capacità dell’uomo “forte” di cercare e di non perdere giammai il prestigio e quel potere una volta individuato, acquisito e provato.

Non per questo, però, si può disonestamente esulare dal confessare il cosiddetto “problema donna”. Esso, di fatto e da sempre esiste e resta attualmente in sospeso, apparentemente insolubile! Il punto poi, non consiste tanto in quello focalizzato negli efferati fatti di cronaca al femminicidio o alla violenza sistematica e giornaliera dell’uomo sulle donne. Questi eventi, piuttosto, sono gli effetti collaterali di una generalizzata, radicata e sottaciuta mentalità … primariamente patriarcale maschilista.
Cosicchè, in controparte alla normalità della donna ugualmente “capace” quanto l’uomo e viceversa, sussiste e continua a persistere ancora la presunta superiorità del maschio difettoso, e alla di lui somigliante feccia! Anziché la presenza della donna inferiore, esiste invece l’uomo nascosto, mimetizzato e ben definito nello utopico “superuomo” nichilista di Nietzsche, sempre guardingo ed operante al danno altrui, specie contro il suo opposto sesso. Questo uomo corrotto, misogino sessista che, giustappunto dall’altezza del suo pur basso rialzo continua a guardare e differenziare da sé la donna. Ovvero, di trovare mille e più modi di declassare la femmina credendola per davvero quel pochino inferiore a sé medesimo. Cioè, non smettere di sminuire colei che invece, e suo malgrado, è ontologicamente l’esatto suo simile; due Persone, seppure differenziate dalle reciproche specificità fisiche, psichiche eccetera, ma eguali in dignità e valore eccetera.

Essenzialmente, dunque, non esiste un vero autentico “problema donna”, se non quello inventato e creato dal maschio ancora incapace di riconoscersi per quello che di fatto è! Di abusare della donna poi, lo fa come fosse una propria naturale prerogativa, un fatto ancestrale e secondo natura. Inoltre, per l’integralista più menomato, il perseguire, o meglio, “dominare” la donna deriverebbe addirittura da un mandato divino o immaginato tale! Difatti, questa diffusa e non rara specie di fanatici malvagi, trova il giusto appiglio nella opportunistica religiosità, benanche professata dal sincretismo ateo, secondo cui pur nelle opposte diversità di credi, affermano in sostanza di concetto la medesima cosa del dio biblico. Quel Dio che disse ad Eva dopo la caduta: “ … verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà” (Gn 3, 16b).
Qui non occorre avere nozioni approfondite di teologia per accorgersi che non all’uomo, pure lui decaduto, fu rivolta questa parola e della quale egli la fece personalizzata al suo pretestuoso diritto di “dominare” l’inferiore, bensì fu indirizzata esclusivamente alla donna perché in essa parola divina trovasse il miglioramento a superarsi e a riconciliarsi col proprio simile.
Casomai ad Adamo, subito dopo la parola donata ad Eva, l’Onnisciente diede invece un’altra parola forte, circa il dolore e la fatica di vivere prima di ritornare alla polvere. E ciò affinchè, a questo uomo di perduta integrità, fosse ancora possibile ritrovare la propria originaria identità di sé stesso e verso il suo diretto consimile umano, riconosciuto tale con gioioso stupore e profonda meraviglia già dapprima di cadere nel peccato di superbia (Gn 2, 23).

Il cammino, dunque, alla naturale unità e eguaglianza tra simili, è ancora molto lungo, sia per le ancora troppe deficienze della persona uomo, quanto per le troppe deficienze della persona donna.





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verri
00sabato 17 giugno 2017 13:08
Ti trovi, caro intelocutore, in una condizione di oggettivo vantaggio strategico dal momento che puoi contare sul "politicamente corretto" che puntella le tue argomentazioni e, per contro, sulla mancanza di prove certe che possano confutare quanto affermi, sebbene tu non possa, a tua volta, valerti di prove certe a sostegno di quel che asserisci.
Escludiamo dalla discussione il punto, fondamentale, della sussitenza di una mentalità primariamente patriarcale maschilista, come tu stesso la definisci, sulla quale sussistenza concordiamo in pieno.
Escludiamo anche l'analisi sui misfatti di vecchi sovrani e giovani burattinai che confermano le mie considerazioni circa la patologia di un sistema politico governato dall'egocentrismo maschile.
Resta da eccepire il tuo assunto, politicamente corretto appunto, circa l'assoluta indistinguibilità nel modo di governare delle Femmine e dei maschi dal momento che, ottenuto il potere, entrambe le categorie si lascerebbero andare agli stessi inestetismi (e qui citi i celeberrimi casi di Donne protagoniste di fatti perniciosi). Non citi, tuttavia, perché non pubblicizzate e quindi sconosciute a te ed a noi tutti, le migliaia di casi di Donne che sanno trasmettere al loro pubblico operato quell'istinto solidale, raziocinante, lungimirante di cui sono costitutivamente fornite e di cui sono portatrici nella vita di tutti i giorni; atteggiamenti di buon senso che si oppongono alla testosteronica tendenza del maschio di prelavere ricorrendo alla polemica violenta, all'aggressività fattuale che si sostanzia nel menare le mani nel suo piccolo quotidiano e nel fare le guerre a livello planetario. Come dicevo, non abbiamo prove che un mondo governato dalle Femmine presenterebbe un abbattimento nell'impiego di milizie, minori sgozzamenti in giro per il mondo, riduzione degli agenti inquinanti nell'atmosfera, ma non abbiamo neanche la certezza che tutto sarebbe identico come ora. Io un tentativo di lasciare il governo alle Donne, non nelle infime percentuali che registriamo attualmente, ma invertendo le proprozioni tra numero di maschi e Femmine al potere, quel tentativo proprio lo farei. Ho come la sensazione che le cose andrebbero molto, molto meglio, non soltanto per le Donne. [SM=x44604]
CarliniCarlo
00sabato 17 giugno 2017 18:10
Col caldo che c'è..... [SM=g10255]
Bestion.
00sabato 17 giugno 2017 21:30
Decisamente bisogna ammetterlo, e prontamente!
(… poi, vista la mia lentezza nel riflettere bene e nel ben ponderare sulle tue ultime considerazioni, cercherò di rispondere adeguatamente in merito)

Dicevo, mister @Verri, che argomentare con utenti come te, oltre che istruttivo per via del tuo pregio di esporre con chiarezza i tuoi concetti, è pure cosa gradevole. E d'altronde, proprio l’uso di quel dire “politicamente corretto”, di cui hai fatto riferimento, tra persone civili, attente e sensibili alle varie tematiche esistenziali, altro non può che arricchire lo spirito, oltre che stimolare l’intelligenza e il proprio bagaglio culturale.

… per cui, intanto ti ringrazio e ci sentiamo :))
(ora vado a guardarmi un po’ di tv)







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aulo2011
00martedì 20 giugno 2017 18:27
Il "politicamente corretto" è dei farisei.
verri
00domenica 25 giugno 2017 18:16
Apprezzamenti, i tuoi, davvero graditi, Bestion. Chiarezza espositiva e capacità di analisi di cui anche tu sei ben fornito. E' un piacere leggerti.
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