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La presenza di Dio

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2020 09:44
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19/08/2011 21:06
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


Nella seconda giornata a Madrid Benedetto XVI
invita i giovani a essere cercatori della verità




Non c'è intelligenza senza amore

Non c'è intelligenza senza amore. All'inizio della seconda giornata del viaggio a Madrid il Papa si rivolge a coloro che hanno la missione "importante e vitale" di formare i giovani per invocare "coerenza di vita e di pensiero" nella ricerca della verità. Parlando ai docenti universitari durante l'incontro svoltosi venerdì mattina, 19 agosto, nella basilica di San Lorenzo all'Escorial, Benedetto XVI ricorda che l'insegnamento non è "un'arida comunicazione di contenuti" basata su "tecniche strumentali" e "freddi dati", né può essere piegato alla logica utilitaristica del mercato che vede l'uomo come mero consumatore. "Il cammino verso la verità piena - spiega - impegna l'intero essere umano". E dunque non va soltanto comunicato ma soprattutto vissuto e incarnato, così come "lo stesso Logos si incarnò per porre la sua dimora fra di noi".

Ai giovani dei cinque continenti - che lo hanno accolto giovedì sera durante il festoso incontro svoltosi nella Plaza de Cibeles - il Pontefice chiede di "non perdere mai questa sensibilità e quest'anelito per la verità". La gioventù - assicura - "è tempo privilegiato per la ricerca e per l'incontro con la verità". Si tratta di "un cammino dell'intelligenza e dell'amore, della ragione e della fede": un cammino che richiede umiltà ed esemplarità di vita, perché - puntualizza - "non possiamo avanzare nella conoscenza di qualcosa se non ci muove l'amore, e neppure possiamo amare qualcosa nella quale non vediamo razionalità".

L'invito a essere "protagonisti della ricerca della verità e del bene" era già stato rivolto dal Papa ai giovani durante la festa di accoglienza nel cuore della capitale madrilena. "Siamo stati creati liberi - aveva ricordato - precisamente perché siamo responsabili delle nostre azioni, e non meri esecutori ciechi, collaboratori creativi nel compito di coltivare e abbellire l'opera della creazione". Ed è appunto questo - aveva aggiunto - "il grande motivo della nostra gioia" e il "terreno solido per edificare la civiltà dell'amore e della vita".

Un orizzonte, questo, indicato anche alle giovani religiose durante l'incontro di venerdì mattina all'Escorial. Di fronte a una società che registra "una sorta di eclissi di Dio" e "una certa amnesia, se non un vero rifiuto del cristianesimo" - aveva detto il Pontefice - c'è bisogno della radicalità evangelica della vita consacrata. Ogni carisma, infatti, è una parola del Vangelo che lo Spirito Santo ricorda alla Chiesa. E la scelta della consacrazione - aveva sottolineato - è un "andare alla radice dell'amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore".



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[SM=x44599] [SM=x44597] e un di' chiuse il Librone.........
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non bisogna avere paura di un Popolo che non ha Potere ma di chi detiene il Potere di Quel Popolo
anche perché la MORTE non accetta una lira
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Bestion., 19/08/2011 21.06:



Nella seconda giornata a Madrid Benedetto XVI
invita i giovani a essere cercatori della verità




.......e vanno le stagioni
come motociclette
di giovani spacconi
finche' la vita smette......

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[SM=x44599] [SM=x44600] cosa dici bestion pietro ammazzera' isacco????? [SM=x44598] [SM=x44598] [SM=x44598] [SM=x44599] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600]
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[SM=x44599] [SM=x44600] ooooooooooooooooh cosi che mi piace bestion [SM=x44602] [SM=x44602] non fermarsi neanche davanti la pioggia [SM=x44603] [SM=x44603] siete in.........(non ho parole [SM=x44603] ) [SM=x44600]
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21/08/2011 11:04
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


«Rispose Simon Pietro:
"Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente"»

(Mt 16, 16)



«E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue
te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.


E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa
e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra
sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra
sarà sciolto nei cieli."

Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo»




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21/08/2011 11:47
 
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[SM=x44599] sai bestion tra dicepoli [SM=x44598] [SM=x44598] [SM=x44598] [SM=x44600]
mt 16,23 [SM=x44598] [SM=x44599] [SM=x44600]
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21/08/2011 15:26
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


La Spagna in festa
Domenica 21 agosto 2011:
conclusione della 26° GMG




dopo la celebrazione Eucaristica
gli oltre 3 milioni di giovani

acclamano nella gioia Benedetto XVI
il Vicario di Gesù Cristo

... arrivederci a Rio de Janeiro nel 2013




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21/08/2011 21:30
 
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Bestion., 21/08/2011 15.26:



... arrivederci a Rio de Janeiro nel 2013





[SM=x44599] bestion con interdet [SM=x44600] si riescono a parlare anche lingue antiche [SM=x44598] [SM=x44599]


O Fortuna,
velut luna
statu variabilis,
semper crescis
aut decrescis;
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem,
egestatem,
potestatem
dissolvit ut glaciem.


sors immanis
et inanis,
rota tu volubilis,
status malus,
vana salus
semper dissolubilis,
obumbrata
et velata
mihi quoque niteris;
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.


sors salutis
et virtutis
mihi nunc contraria,
est affectus
et defectus
semper in angaria.
hac in hora
sine mora
corde pulsum tangite;
quod per sortem
sternit fortem,
mecum omnes plangite!

[SM=x44599]

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non bisogna avere paura di un Popolo che non ha Potere ma di chi detiene il Potere di Quel Popolo
anche perché la MORTE non accetta una lira
21/08/2011 23:48
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!

La Spagna in festa
Domenica 21 agosto 2011:
conclusione della 26° GMG




dopo la celebrazione Eucaristica
gli oltre 3-4 milioni di giovani

acclamano nella gioia Benedetto XVI
il Vicario di Gesù Cristo

... arrivederci a Rio de Janeiro nel 2013




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22/08/2011 23:10
 
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Bestion., 21/08/2011 23.48:


La Spagna in festa
Domenica 21 agosto 2011:
conclusione della 26° GMG




[SM=x44599] [SM=x44606] vabe' scopo dell'esercitazione resuscitare il popolo??? [SM=x44607] perche????? [SM=x44598] [SM=x44598] [SM=x44613] [SM=x44613] siete morti??? [SM=x44613] [SM=x44613] [SM=x44607] [SM=x44600]o perche' non volete morire [SM=x44603] [SM=x44600] [SM=x44600]
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22/08/2011 23:38
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!

La paura della luce
Gianfranco Ravasi

Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.

È come un lampo di luce questa intuizione di Platone, il grande pensatore greco. Ed è proprio sulla luce che si gioca il contrasto che egli ci propone. Da un lato la tenebra, grembo oscuro che giustamente il bambino teme e che invece per molti adulti diventa il paesaggio in cui ci si rifugia. C'è, infatti, anche esteriormente, un mondo della notte che si anima appena è calato il sole sulle nostre città.
Lo rappresentava già il libro di Giobbe quasi in presa diretta: «Quando non c'è luce si alza l'omicida per assassinare il misero e il povero; nella notte s'aggira il ladro. L'occhio dell'adultero attende il buio e pensa: Nessun occhio mi vedrà! E si cala sul viso una sciarpa. Nelle tenebre si forzano le case. Tutti costoro di giorno se ne stanno nascosti, non vogliono saperne della luce» (24, 14-16).

Assassini, ladri, ruffiani, prostitute, adulteri, criminali vari sono il popolo della notte che teme la luce. Ma c'è un'altra paura della luce che non è né sociologica né psicologica. Ed è il sottrarsi allo sfolgorare della verità perché essa ti costringerebbe a mutare mentalità e vita. Si preferisce chiudere gli occhi, un po' come confessava Kafka nei confronti di Cristo: «Lui è un abisso di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi!». Ma lasciamo la parola proprio a Gesù per siglare questa nostra riflessione: «La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce- Chi fa il male odia la luce e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate.

Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» (Giovanni 3,19-21).



Fonte -



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23/08/2011 22:45
 
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[SM=x44607] [SM=x44599] [SM=x44600] bestion quale e' la verita' la voce di dio: [SM=x44600] [SM=x44599]
a) questa e' la luce questa e' la via perche lo dice la teologia [SM=x44600] [SM=x44598]
b) ha mangiato un yogurt al caffe e tu ne hai anche sentito il gusto [SM=x44600] [SM=x44600]
[SM=x44605] [SM=x44605] [SM=x44606] [SM=x44606]
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23/08/2011 22:54
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


, 19/10/2010 01.23:


... c'è ancora bisogno di santi e di preti?

Certo che c'è ne bisogno, oggi più che mai: senza di loro Dio non esisterebbe.



Lo stolto pensa:
"Dio non esiste".
Sono corrotti, fanno cose abominevoli,
nessuno fa il bene.

Dio dal cielo si china sui figli dell'uomo
per vedere se c'è un uomo saggio che cerca Dio.

Tutti hanno traviato,
tutti sono corrotti;
nessuno fa il bene;
neppure uno.

Non comprendono forse i malfattori
che divorano il mio popolo come il pane
e non invocano Dio?

Hanno tremato di spavento,
là dove non c'era da temere.
Dio ha disperso le ossa degli aggressori,
sono confusi perché Dio li ha respinti.




Questo salmo 53 (più esattamente i versetti 2-5) è la dedica al libro-intervista
del grande teologo-filosofo, professore Joseph Ratzinger,
al secolo Benedetto XVI,
attuale Sommo Pontefice di Santa Romana Chiesa:



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Bestion., 21/08/2011 23.48:


La Spagna in festa
Domenica 21 agosto 2011:
conclusione della 26° GMG





[SM=x44599] [SM=x44600] .....e di tutta la mega fiestas neanche una patatina [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602]
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anche perché la MORTE non accetta una lira
26/08/2011 10:46
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


Verso la Giornata mondiale dei giovani nel 2013




Prossima tappa
Rio de Janeiro

di Gianluca Biccini

Dal 23 al 28 luglio 2013 la gigantesca statua del Cristo Redentore sul Corcovado accoglierà nel suo abbraccio simbolico i giovani di tutto il mondo per la prossima edizione internazionale della Gmg. Poco prima che calasse il sipario sulle giornate madrilene, il Papa ha dunque annunciato che la sede scelta è Rio de Janeiro e che l'avvenimento si terrà con un anno di anticipo rispetto al normale calendario delle Giornate mondiali della gioventù, perché nel 2014 in Brasile sono in programma i campionati mondiali di calcio "e quindi il tempo stringe", commenta a caldo l'arcivescovo Orani João Tempesta. Inoltre - dice al nostro giornale sul palco di Cuatro Vientos dove Benedetto XVI ha appena celebrato la messa conclusiva della XXVI Gmg - "vogliamo dimostrare che Rio non è solo sport e carnevale. La nostra giornata dovrà essere un'opportunità per quei giovani che sono afflitti da problemi come l'indigenza, la violenza e la droga".

Ma l'anticipo di un anno sul calendario è reso necessario anche dal fatto che la città maravilhosa, come la chiamano da quelle parti, ospiterà due altri avvenimenti di rilievo mondiale, spostando di fatto nell'imminente futuro il baricentro dell'attenzione dei media sul "pianeta" Brasile: nel 2016 sarà infatti sede dei giochi olimpici e ancor prima, nel giugno 2012, della prossima Conferenza dell'Onu sullo sviluppo sostenibile, che dovrà verificare quanto accaduto a vent'anni di distanza dal primo grido di allarme sulla salute della Terra lanciato proprio da Rio de Janeiro nel 1992.
C'è poi un'altra novità di grande rilievo: i giovani brasiliani sono venuti in massa a Madrid, ben sedicimila, accompagnati da una sessantina di vescovi, per accogliere la Croce e l'icona mariana simbolo delle Gmg direttamente dalle mani dei coetanei della capitale spagnola, perché - spiega monsignor Tempesta - "il Paese è immenso, e vogliamo che il pellegrinaggio tocchi tutte le 274 diocesi del Brasile, prima di arrivare a Rio, due mesi prima dell'appuntamento".

Se si considera che a Sydney c'erano solo duemila brasiliani, appare chiara la svolta impressa alla pastorale giovanile. "Prima esisteva solo un Sector juventud, ora sono tutte le componenti della Chiesa a impegnarsi nella commissione istituita dalla Conferenza episcopale nazionale nel corso dell'ultima assemblea generale", spiega il responsabile, il vescovo salesiano Eduardo Pinheiro da Silva. Dopo Toronto 2002, la Gmg torna dunque nel Nuovo continente americano. Mentre saranno trascorsi ben 26 anni dall'ultima tappa in America latina: accadde nel 1987 a Buenos Aires, ma da allora - complice la globalizzazione - molte cose sono cambiate. L'appuntamento del 2013 coinvolgerà l'arcidiocesi carioca, con i suoi sei milioni di abitanti; il Brasile impegnato in un colossale sforzo di sviluppo, con investimenti miliardari; e l'intero continente, che ospita il 47 per cento di tutti i cattolici del mondo.
E l'arcivescovo Tempesta sottolinea proprio quest'ultima dimensione, che porterà alle luci della ribalta le Chiese latinoamericane e dei Caraibi: "L'organizzazione della Gmg è una gioia e un'opportunità per i cattolici della nostra arcidiocesi, per quelli brasiliani e per i fedeli dell'America latina". Perché - aggiunge - "non si tratta solo di ricevere i giovani di tutto il mondo, ma di rinnovare la nostra fiducia nello Spirito Santo per essere discepoli missionari e confermare il nostro impegno per una vita sociale autentica e costruire la civiltà dell'amore", come richiesto dalla V conferenza dell'episcopato continentale svoltasi ad Aparecida. E lo stesso arcivescovo di Aparecida, il cardinale Raymundo Damasceno Assis, presidente della Conferenza episcopale, ha affermato in una conferenza stampa tenuta a Madrid, che il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha espresso la volontà di aiutare in tutti i modi possibili gli enti locali per la realizzazione di questo avvenimento.

Essendo anche presidente del Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano, il porporato auspica inoltre una partecipazione "molto forte" da tutta l'America latina, sulla scia delle indicazioni scaturite da Aparecida. Del resto, fu proprio in quell'occasione, durante la sosta del Papa a San Paolo, il 10 maggio di quattro anni fa, che a nome dei vescovi brasiliani dom Eduardo gli avanzò la richiesta di ospitare la Gmg. "Ricordo che Benedetto XVI rispose con un sorriso e ora eccoci già pronti a mettere in piedi un comitato organizzatore". Forse è anche per questo che la croce e l'icona della Gmg arriveranno proprio nella metropoli paulista, il prossimo 18 settembre, per poi percorrere da lì tutto il Brasile. Un Paese - vale la pena ricordarlo - dove i cattolici superano i 150 milioni, sono cioè il 74 per cento di una popolazione di 220 milioni, con punte dell'84 nelle zone rurali. Nelle periferie delle grandi metropoli, invece, la percentuale scende al 65. "Facendo un rapido calcolo - aggiunge il presule - i giovani tra i quindici e i trent'anni dovrebbero essere cinquanta milioni".




Il prossimo 18 settembre a San Paolo inizia il pellegrinaggio della croce
che si concluderà a Rio de Janeiro





Una Giornata mondiale
a passo di samba

Se quella appena conclusasi è stata una Gmg a ritmo del chotis, il ballo tipico di Madrid, la prossima sarà a passo di samba. Un assaggio se ne è avuto già durante la celebrazione conclusiva della XXVI edizione, quando il Papa ha annunciato che la sede scelta è Rio de Janeiro e i ragazzi spagnoli hanno consegnato la grande croce di legno ai loro coetanei carioca: sui maxi-schermi nella spianata di Cuatro Vientos, si è vista l'esplosione di gioia dei diecimila giovani riuniti al maracanãzinho, il palasport della metropoli brasiliana, che avevano seguito la messa in diretta, nonostante - causa fuso orario e stagioni invertite - fosse notte fonda e tempo di scuole aperte.

E festa è stata anche nella stessa Madrid, dove i sedicimila brasiliani iscritti - nonostante i costi di un viaggio così lungo - erano accompagnati da una sessantina di presuli, tra i quali i cardinali Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, e Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida e presidente della Conferenza episcopale. Una festa iniziata a Cuatro Vientos e proseguita in serata nel quartier generale della gioventù brasileira nella capitale spagnola, in una zona che per una singolare coincidenza si chiama "Madrid Rio". Con loro autorità del calibro del governatore dello stato di Rio de Janeiro, Sérgio Cabral, e del sindaco della città Eduardo Paes, e la delegazione formata da due ragazzi per ciascuna delle 274 diocesi del Brasile, che hanno ora il compito di riportare a casa dopo questa esperienza indicazioni, insegnamenti e passione in vista dell'appuntamento.

È don Eric Jacquinet, alla sua prima Gmg come responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio per i Laici, a mettere in luce questo aspetto: "A Sydney nel 2008 non c'era il comitato organizzatore di Madrid, stavolta abbiamo voluto i brasiliani presenti, perché potessero rendersi conto sul campo del lavoro da farsi. Inoltre - aggiunge - questo tempo ravvicinato di soli due anni farà sì che tutti i giovani presenti oggi qui saranno i principali promotori della Gmg nel loro Paese, perché in un periodo così breve normalmente non cambia il loro status sociale".
Anche Yago de la Cierva, direttore esecutivo e portavoce della Giornata madrilena, ha parlato domenica, nel corso di un incontro con i giornalisti al Centro internacional de prensa, della collaborazione tra gli organizzatori della XXVI Gmg e l'arcidiocesi brasiliana. "Continueremo a dare una mano per quanto riguarda gli aspetti pratici, mentre la pastorale non si insegna", ha detto sottolineando che la Gmg del 2013 sarà per il Paese ospitante anche "un allenamento per i mondiali e le olimpiadi".

L'incontro con la stampa è stata inoltre l'occasione per un bilancio e per alcuni chiarimenti. "I giovani sono venuti in massa nella capitale spagnola - ha esordito - per partecipare a un avvenimento religioso, cioè per pregare e vivere il senso del mistero". Per questo non contano i numeri - che pure sono impressionanti - ma le singole storie di "persone vere, in carne ed ossa", alle quali va tutta la gratitudine degli organizzatori spagnoli: a cominciare dai volontari che hanno lavorato sodo fino all'ultimo, anche a notte fonda. Soprattutto durante la veglia a Cuatro Vientos - ha spiegato - "hanno ricreato gli spazi per far passare la papamobile e così permettere a tutti di vedere Benedetto XVI da vicino domenica mattina, dopo che sabato sera ciò era divenuto impossibile, poiché le transenne erano state usate come letti, certo più comode della nuda terra". Anche perché - ha fatto notare - "per quanto riguarda la disciplina bisogna considerare che i giovani non sono soldati prussiani e che noi non siamo poliziotti".

Il portavoce della Gmg madrilena ha anche illustrato il punto di vista del comitato organizzatore sul fatto che non tutti i giovani convenuti all'aeroporto abbiano potuto accedere al luogo della veglia e alla messa conclusive. "Ci sono questioni di sicurezza e noi non possiamo entrare nel merito delle scelte - peraltro comprensibili e condivisibili - delle forze dell'ordine", ha detto.
Analogo ragionamento per i disagi provocati dal nubifragio di sabato sera. "Abbiamo consultato tre siti meteo e tutti davano sole", ha detto forte di statistiche recenti e passate per le quali erano anni che a Madrid non pioveva il 21 agosto. Il maltempo ha comportato anche problemi per la comunione alla messa domenicale celebrata da Benedetto XVI. "Un paio di tende che contenevano le particole, i calici e le pissidi - ha ricordato - sono saltate, provocando tra l'altro il ferimento di sei ragazzi. Di conseguenza i responsabili della sicurezza hanno dovuto tagliare tutte le altre tende per evitare l'effetto vela, poi le hanno chiuse e sigillate. Quindi, a causa dei tempi ristretti, non è stato possibile riorganizzare la distribuzione". Comunque - ha aggiunto con soddisfazione - "l'essenziale è rimasto: l'adorazione eucaristica e il silenzio davvero impressionante che l'ha accompagnata".

Secondo de la Cierva la Gmg costituisce un nuovo "punto di partenza per la Chiesa spagnola" per due motivi. "Da un lato ci sono i testi che ci ha lasciato Benedetto XVI: dopo averli ascoltati, dobbiamo metterli a disposizione dei giovani tramite i social network per farli studiare e approfondire in modo che la Gmg porti gli sperati frutti"; dall'altro c'è l'allegria lasciata in città e in tutti i luoghi che in Spagna hanno ospitato i pellegrini della Gmg. "Abbiamo testimonianze anche di alcune personalità politiche di tutti gli schieramenti - ha confidato - che, uscite di casa nell'anonimato, si sono lasciate contagiare dalla gioia di questi giovani".



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01/09/2011 17:35
 
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All'udienza generale Benedetto XVI parla
della bellezza dell'arte che avvicina a Dio





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Bestion., 01/09/2011 17.35:



All'udienza generale Benedetto XVI parla
della bellezza dell'arte che avvicina a Dio





[SM=x44599] [SM=x44598] mi pacerebbe sapere cosa ci vede nella statua che ha sotto gli occhi tutti i giorni [SM=x44600] del bernini si quella di quel tipo [SM=x44600] alessandro vii [SM=x44599] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600] ehhh proprio vero quando il demo ci lascia lo zampino [SM=x44603] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602] [SM=x44602]
[SM=x44599] [SM=x44645]

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anche perché la MORTE non accetta una lira
01/09/2011 23:22
 
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... c'è ancora bisogno di santi e di preti?


Quando cambiò la storia di Pietro?
Quando il suo sguardo si incontrò con lo sguardo di Gesù



“Gesù Cristo consegna a San Pietro le chiavi della Chiesa”
Pietro Perugino (1481-1482) - Cappella Sistina, Città del Vaticano


«Pietro è diventato Kefas e oggi la sua testimonianza continua nella Chiesa
e continuerà fino alla fine, perché Uno che poteva dirlo, ha detto:
"Io su questa pietra fonderò la mia Chiesa e le porte del Male,
le porte della cattiveria, non vinceranno"
L’ha detto Lui, il Signore dell’Universo. E ci si può credere,
come c’ha creduto Pietro»



L’Onnipotenza di Dio
è l’Onnipotenza dell’Amore

Angelo Comastri

La Provvidenza di Dio, senza alcun mio merito, mi ha chiamato a vivere nella Basilica di San Pietro, dove Pietro ha consumato il martirio della sua fedeltà e ha versato il suo sangue: per questo lì c’è la Basilica, per questo lì vive il Papa, per questo lì c’è il Vaticano, soltanto per quel sangue versato, tutto parte da lì. Ebbene, vorrei aggiungere una parola proprio su Simone, il pescatore Simone, al quale Gesù volle affidare in modo chiarissimo la fatica indispensabile di essere guida del suo gregge nella verità e nella carità, perché essere guida è una fatica, è un servizio.

E per questo Gesù cambiò il nome a Simone, e gli disse: ‘Tu sarai chiamato Kefas’, che vuol dire pietra, roccia. Ma ecco la riflessione che vorrei consegnarvi: Simone non aveva le caratteristiche della roccia; Simone era un impulsivo, Simone era un fragile, eppure Gesù ha voluto proprio lui. Pensate che Simone è l’apostolo che più di tutti ha cercato di contrastare la grande notizia che Gesù portava nel mondo con la Sua vita, la notizia che Dio è Amore e pertanto l’Amore è la forza che vince il Male. E alla fine, evidentemente, sarà la forza che vincerà la cattiveria del mondo. Ma è una notizia sconvolgente, rivoluzionaria. Pietro tentò di ribellarsi quando Gesù annunciò la prima volta la Passione. Pietro addirittura si scandalizzò quando vide Gesù lavare i piedi: in quel gesto non riconobbe più Dio, non gli sembrava degno di Dio, quel gesto, tant’è vero che gli disse: ‘Tu non mi laverai i piedi in eterno!’.

E Gesù gli rispose: ‘Guarda che se non accetti questo volto di Dio, tu ti metti contro Dio, perché Dio è così’. Pietro ebbe paura, e gli disse: ‘Lavami pure tutto’, ma ancora non aveva capito. Venne il momento della Passione. Pensate, il Figlio di Dio, il Creatore dell’Universo, Colui che ha ordinato: ‘sia la luce e la luce fu’, Colui che ha creato le stelle, Colui che con il dito muove l’Universo, processato davanti a un Tribunale. Pietro, in quel momento, non ci vide più, non riconobbe più Dio in quel pover’uomo processato. Tant’è vero che quando gli dissero: ‘Ma tu eri con quello’, lui esclamò: ‘No, no, no, assolutamente no, io non lo conosco neppure!’. E veramente non lo conosceva: non aveva capito ancora niente. Quando cambiò la storia di Pietro? Quando il suo sguardo si incontrò con lo sguardo di Gesù. E in quello sguardo, Pietro ci vide lo sguardo di Colui che aveva detto al vento ‘taci’, e il vento tacque; che aveva detto al mare ‘fermati’, e il mare si fermò; che aveva detto a Lazzaro, morto da tre giorni, esci fuori dal sepolcro, e Lazzaro ‘uscì’. In quello sguardo, Pietro vide soprattutto il dono dell’Amore, il dono del perdono, e si convinse in quel momento che l’Amore è davvero l’Onnipotenza di Dio, e così credette.

In quel momento, Pietro diventò il discepolo; in quel momento, Pietro diventò l’Apostolo. Gesù gli confermò la Sua fiducia dopo la Risurrezione, ma viene da domandarsi perché abbia scelto questo Apostolo così tormentato: per dirci che tutti, nella Chiesa, siamo chiamati a fare la stessa conversione di Pietro - tutti! -, ogni giorno, perché anche noi dubitiamo che l’Amore sia la forza che vince il Male.

Eppure, guardate, vi cito alcuni episodi. Notte tra il 5 e il 6 luglio 1902. Una ragazzina sta morendo con 14 ferite nel corpo nell’Ospedale di Nettuno. E’ figlia di povera gente, si chiama Maria Goretti. Un giovane, Alessandro Serenelli, l’ha aggredita. Ebbene, in quella notte terribile, quella bambina, con 14 pugnalate nel corpo date con il punteruolo che suo padre utilizzava per impagliare le sedie, ha il coraggio di dire: ‘Perdono il mio assassino e voglio che sia con me in Paradiso’. Chi, l’assassino? Pensate: quel perdono ha vinto l’assassino!
Alessandro Serenelli, l’ha raccontato lui stesso, venne più volte tentato di suicidarsi, e il Padre cappuccino che gli è stato accanto, a Macerata, mi ha raccontato che, anche vecchio, la notte, talvolta, gridava e andava dal Frate che gli stava accanto e gli diceva: ‘Vedo sangue nelle mie mani, mi assolva ancora una volta!’. Alessandro Serenelli non si è suicidato perché si è aggrappato al perdono.

La vittima ha vinto! 14 agosto 1941. Nel campo di concentramento di Auschwitz, muore Massimiliano Kolbe. Sembrava uno sconfitto, un povero frate calpestato, schiacciato, messo nel bunker della fame. Ma quando Giovanni Paolo II fece il suo primo viaggio in Polonia, visitò Auschwitz e affermò: ‘Massimiliano Kolbe, tu hai vinto la seconda guerra mondiale!’. Nessuno si ricorda più del fuhrer, nessuno si ricorda più quale sia il suo nome: tu hai vinto, perché in questo luogo di odio hai seminato Amore!’. San Massimiliano Kolbe ha creduto come Pietro che l’Onnipotenza di Dio è l’Onnipotenza dell’Amore. 15 settembre 1993.

A Palermo, due assassini aspettano Don Pino Puglisi; lo aspettano sotto casa dopo una giornata di lavoro trascorsa per gli altri, rischiando la vita perché faceva il bene. Si presentano questi due killer e uno gli punta la pistola alle spalle: ‘Fermati!’. Don Pino si gira, pronuncia soltanto una parola: ‘Me l’aspettavo’, e fa un bellissimo sorriso. L’altro spara, ma dopo un po’ di tempo, confessa: ‘Quel sorriso mi ha sconfitto. In quell’istante io capii che l’amore vinceva la mia cattiveria, e se oggi ho una speranza, è aggrappata a quel sorriso. 5 settembre 1997. Muore Madre Teresa di Calcutta. Dopo alcuni giorni c’è il funerale. Io dovevo andare, ma non potei; tuttavia, volli seguire tutto l’evento in televisione. E ancora una volta ho visto la verità ché l’Amore vince il Male: Capi di Stato di quasi tutto il mondo, re e regine, principi e principesse, e una povera suora, un’umile suora, in quel momento gridava con la sua vita che l’Amore vince l’odio, che l’Amore è l’unica forza che può trasformare il mondo.

Pietro c’ha creduto nel momento drammatico della Passione. E per questo è diventato Kefas e oggi la sua testimonianza continua nella Chiesa e continuerà fino alla fine, perché Uno che poteva dirlo, ha detto:’Io su questa pietra fonderò la mia Chiesa e le porte del Male, le porte della cattiveria, non vinceranno’. L’ha detto Lui, il Signore dell’Universo. E ci si può credere, come c’ha creduto Pietro.


Fonte -


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01/09/2011 23:25
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


All'udienza generale Benedetto XVI parla
della bellezza dell'arte che avvicina a Dio





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01/09/2011 23:26
 
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... ecco perchè c'è ancora bisogno di santi e di preti!


, 19/10/2010 01.23:


... c'è ancora bisogno di santi e di preti?

Certo che c'è ne bisogno, oggi più che mai: senza di loro Dio non esisterebbe.




(Salmo 14)
Lo stolto pensa: "Non c'è Dio".

Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
nessuno più agisce bene.

Il Signore dal cielo si china sugli uomini
per vedere se esista un saggio:
se c'è uno che cerchi Dio.

Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti;
più nessuno fa il bene, neppure uno.

Non comprendono nulla tutti i malvagi,
che divorano il mio popolo come il pane?

Non invocano Dio: tremeranno di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.


Volete confondere le speranze del misero,
ma il Signore è il suo rifugio.

Venga da Sion la salvezza d'Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.




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Bestion., 01/09/2011 23.22:


«Pietro è diventato Kefas e oggi la sua testimonianza continua nella Chiesa
e continuerà fino alla fine, perché Uno che poteva dirlo, ha detto:
"Io su questa pietra fonderò la mia Chiesa e le porte del Male,
le porte della cattiveria, non vinceranno"
L’ha detto Lui, il Signore dell’Universo. E ci si può credere,
come c’ha creduto Pietro»




e vabe' [SM=x44606] [SM=x44606] ora si chiama in un altra maniera [SM=x44598] [SM=x44599] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600]
[SM=x44599] [SM=x44645]

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non bisogna avere paura di un Popolo che non ha Potere ma di chi detiene il Potere di Quel Popolo
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[SM=x44599] [SM=x44600] dai bestion tra tutti questi figli di dio [SM=x44600] qualcuno dovra' fare ben il bastardino [SM=x44598] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600] [SM=x44600]
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02/09/2011 17:10
 
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Il senso del pudore
Gianfranco Ravasi

Il vino mi spinge, / il vino folle che fa cantare anche l'uomo più saggio / e lo fa ridere sguaiatamente, lo costringe a danzare / e gli tira fuori parole che sarebbe meglio tacere.
Il calice di vino scintillante è una tentazione che spesso conduce per mano dolcemente verso una china inarrestabile, le cui tappe sono solo scandite dall'appello che il poeta greco Alceo (VII-VI sec. a. C.) aveva formulato così: «Su, presto, riempite di nuovo il cratere di vino soave!».

Oggi, come si saranno accorti alcuni lettori, siamo risaliti nientemeno che a Omero, perché i versi sopra citati sono dell'Odissea (XIV, 463-466) e rappresentano in modo icastico la degenerazione che l'alcol può produrre anche nel saggio. Un altro autore dell'antichità, il latino Seneca, all'amico Lucilio scriveva: «L'ubriachezza accende e porta alla luce tutti i vizi, togliendo quel senso del pudore che è un freno agli istinti perversi».

Ecco, lasciando tra parentesi gli eccessi gastronomici delle vacanze, vorrei puntare l'attenzione proprio sul "senso del pudore" che l'alcol (per non parlare poi della droga) ti fa smarrire. Certo, c'è anche l'innamoramento che talora può far perdere testa e dignità: chi non ricorda il professor Rath del film L'angelo azzurro (1930) di Josef von Sternberg e la sua caduta precipite con la perdita di ogni dignità? Ma sono gli eccitanti esterni ad annebbiare la mente in modo feroce, fino a inquinare lo stesso corpo, intossicandolo.

Contemporaneamente è anche l'anima ad essere avvelenata, e il segno più devastante è proprio la perdita del pudore, del decoro, del ritegno e della misura. È, questa, una delle bandiere purtroppo ostentate senza decenza ai nostri giorni.

E alla fine resta sul campo l'uomo o la donna descritti da Omero, senza dignità, solo ridicoli e abietti.



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Bestion., 02/09/2011 17.10:


Il senso del pudore
Gianfranco Ravasi





[SM=x44599] [SM=x44600] certo non bisogna certo perdere le buone abitudini [SM=x44600] [SM=x44600]
poi chiaramente tutto si impara anche adesso [SM=x44599] [SM=x44600] che le bidon ville hanno dei padelloni degni della ricerca nello spazio [SM=x44600] possono vedere la primavera araba [SM=x44600] et cetera ecc. [SM=x44600]
[SM=x44599] [SM=x44645]

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