Storia del costume e... igiene.
Nonostante ci siano ancora persone (e popoli) poco attenti all'igiene, la nostra epoca è tra le più pulite.
In passato non era affatto così. E non mi riferisco ai popoli ridotti in povertà, quanto proprio a case nobili e palazzi Reali.
Se ne possono visitare a centinaia ma al di là di qualche tinozza e bacinella in qualche angolo delle maestose camere da letto, non esisteva una sola stanza, anche microscopica, dedicata ai bagni.
A tal proposito ricordo una curiosità relativa alla famosa regina Isabella di Spagna. Indossava sempre la stessa camicia bianca di base e che non veniva lavata mai. A lungo andare la camicia perse sempre più il suo candore e diede vita ad un colore che fu alla regina stessa dedicato: il grigio Isabella.
Ma come mai le gonne erano sempre ampie, oltre che lunghe e pesanti?
Qui risponde invece la Francia dai fazzoletti e ventagli profumati con essenze. Non a caso infatti le maggiori fabbriche di profumi sono francesi. I Reali e i nobili non si lavavano e dovevano quindi ovviare con le essenze.
E non essendoci bagni, durante le feste lussuose, i giardini diventavano toilette a cielo aperto e le gonne ampie offrivano facilità di evacuazioni, oltre che privacy.
Ebbene sì, anche i famosi giardini di Versailles non potevano esimersi da questo ingrato compito.
E tuttavia i primi bidet furono tipici proprio della Reggia di Versailles. Le credenze religiose li considerarono blasfemi perché portavano a guardare e toccare parti intime e l'uso ne fu assolutamente sconsigliato.
I tessuti a più strati degli abiti invece avevano il compito di attenuare gli olezzi, sia per l'uomo che per la donna.
Nonostante i lussi, l'acqua corrente nelle case era impensabile e così, quando veniva il momento del bagno, la tinozza si riempiva una volta sola e veniva usata da più componenti della famiglia.
Per ammirare una "vera" stanza da bagno Reale, si può visitare la reggia di Caserta, con una vasca in granito, una toilette in marmo di carrara e il bidet. Il primo bidet in Italia fu voluto dalla Regina Maria Carolina d'Asburgo proprio nella suddetta Reggia.
Insomma, le pestilenze non erano certo un caso.